L’inchiesta antimafia “Tetragona”, depositata la sentenza d’appello: si mira ai ricorsi in Cassazione

 
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Gela. Ventiquattro condanne dopo la maxi inchiesta antimafia ribattezzata “Tetragona”.

Le difese mirano ai ricorsi in Cassazione. La sentenza d’appello è stata depositata nelle scorse settimane. I magistrati della corte d’appello di Caltanissetta respinsero i ricorsi presentati da Carmelo Massimo Billizzi, Giuseppe Biundo, Emanuele, Salvatore e Vincenzo Burgio, Angelo Camiolo, Salvatore Cannizzo, Giacomo e Giovanni Di Noto, Sandro Emmanuello, Salvatore Fiorito, Emanuele Ganci, Gioacchino La Cognata, Maurizio La Rosa, Giuseppe Morello, Vincenzo Morso, Fabio Nicastro, Luigi Nicosia, Giuseppe Stimolo, Nunzio Truculento e Angelo Vizzini.L’unica sostanziale novità, invece, riguardòla riduzione di pena decisa nei confronti di Nicola Liardo, difeso dall’avvocato Giacomo Ventura, condannato a 8 anni e 6 mesi di detenzione, in continuazione con precedenti sentenze. Una notevole riduzione rispetto all’originaria condanna emessa dal gup. Dopo il deposito, i difensori degli imputati si preparano a rivolgersi ai giudici di Cassazione.

Diversi imprenditori costituiti parte civile. La corte presieduta dal giudice Andreina Occhipinti confermò l’intero impianto accusatorio esposto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Nel procedimento si sono costituiti parte civilediversi imprenditori finiti sott’estorsione oltre alla federazione nazionale antiracket e a quella locale “Gaetano Giordano”. In primo grado, fu il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta ad emettere le condanne. L’inchiesta “Tetragona” scaturì dai legami che cosa nostra gelese riuscì ad organizzare in diverse regioni del nord, con in testa Lombardia e Liguria. Nel pool di difesa, ci sono anche gli avvocati Carmelo Tuccio, Davide Limoncello, Angelo Licata, Antonio Impellizeri, Flavio Sinatra, Danilo Tipo, Angelo Giunta e Cristina Alfieri.

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