Inchiesta “Avaritia”, don Tandurella si difende: dal gip ha respinto le accuse

 
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Don Giovanni Tandurella

Gela. Ha parlato per almeno due ore, davanti al gip del tribunale, Roberto Riggio. Don Giovanni Tandurella, ex presidente del consiglio di amministrazione dell’Ipab Aldisio, è stato sentito nel pomeriggio, a palazzo di giustizia. L’interrogatorio è successivo al provvedimento restrittivo impostogli nell’ambito dell’inchiesta “Avaritia”, condotta dai pm della procura e dai carabinieri. Tandurella ha voluto chiarire la sua posizione, sostanzialmente respingendo ogni addebito, anche rispetto alle donazioni e alle somme finite all’attenzione degli investigatori. Non si esclude, infatti, che ne abbia distratto una parte per usi privati. I familiari di diversi ospiti della struttura di Caposoprano iniziarono a segnalare anomalie già due anni fa, a partire dalle rette richieste. In base alle accuse, che hanno portato l’indagato agli arresti domiciliari, ci sarebbero stati inoltre rapporti irregolari tra l’ente pubblico e la società privata “La Fenice”, che ottenne la gestione di servizi e strutture. Nell’indagine, attualmente in corso come ha spiegato martedì il procuratore capo Fernando Asaro, si ipotizzano anche casi di corruzione.

Il sistema della trasparenza, previsto per lo storico ente di Caposoprano, sarebbe stato del tutto violato, in favore del gruppo privato, amministrato dall’ingegnere Renato Mauro, sottoposto ad obbligo di presentazione, così come i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Sandra Bennici e Salvatore Scerra. Don Tandurella, difeso dall’avvocato Giovanna Zappulla, ha voluto rispondere alle domande del gip e del pubblico ministero Luigi Lo Valvo, presente nel corso dell’interrogatorio. Domani, invece, saranno sentiti Mauro, Scerra e Bennici (difesi dai legali Giacomo Ventura, Flavio Sinatra e Valentina Lo Porto). La difesa di Tandurella proporrà riesame, anche rispetto all’attuale misura degli arresti domiciliari.

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