Inchiesta bis sul sistema Montante, Turco al gup: “Mai avuto vantaggi”

 
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L'imprenditore Carmelo Turco

Gela. Nessun vantaggio per i rapporti con l’ex leader di Sicindustria Antonello Montante e un contributo, “con regolare bonifico”, a Rosario Crocetta, che si preparava alla campagna elettorale per le regionali. “Era la prima volta che un gelese si candidava alla presidenza”, ha detto l’imprenditore Carmelo Turco. E’ stato sentito, questa mattina, davanti al gup del tribunale di Caltanissetta, nel procedimento bis, scaturito dalla maxi inchiesta su Antonello Montante e sui rapporti pericolosi dell’ex paladino dell’antimafia. Turco, difeso dall’avvocato Giacomo Ventura, ha escluso di aver fatto parte di un sistema, strutturato intorno ai rapporti di Montante. “I contratti con Eni, le aziende della mia famiglia li ottenevano già dagli anni ’60. Non sono mai stato agevolato da Montante”, ha detto. Turco, in passato, fu a sua volta ai vertici di Confindustria siciliana. Ha ricordato che proprio i manager di Eni, quando si seppe dell’inchiesta, gli revocarono tutti i contratti e attualmente è in atto un contenzioso milionario. Ha anche escluso di aver favorito l’assunzione di Linda Vancheri, poi scelta da Crocetta nella sua giunta regionale. “Quando è stata stabilizzata – ha detto – non sapevo che sarebbe stata nominata da Crocetta. Non ho favorito la richiesta di rimborsi, perché quando li chiese era già il 2015 e io non ero più il presidente. Era Marco Venturi”.

Insieme a Turco, che ha scelto di farsi sentire dal gup per chiarire la propria posizione, sono imputati lo stesso Montante e ancora Rosario Crocetta, Maria Lo Bello, Linda Vancheri, Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù, Maria Grazia Brandara, Giuseppe D’Agata, Arturo De Felice, Diego Di Simone Perricone, Vincenzo Savastano e Gaetano Scilla. In aula, si tornerà la prossima settimana. Gli imputati sono tutti ex vertici di Sicindustria, imprenditori e allora responsabili della Dia.

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