Inchiesta “Camaleonte”, i Luca e i poliziotti a processo: disposto il rinvio a giudizio

 
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Gela. Dovranno presentarsi davanti al collegio penale del tribunale di Gela, il prossimo maggio. Il gup nisseno Graziella Luparello ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, coinvolti nell’inchiesta “Camaleonte”. I pm della Dda di Caltanissetta avevano già chiesto il processo, ritenendo che gli imprenditori del gruppo Luca abbiano avuto stretti collegamenti con esponenti della criminalità organizzata. A giudizio vanno anche due funzionari di polizia, Giovanni Giudice e Giovanni Arrogante, accusati di aver favorito gli imprenditori, ottenendo a loro volta dei vantaggi. Accuse che i poliziotti hanno sempre respinto. Per Giudice, difeso dall’avvocato Giacomo Ventura, è stata accertata la prescrizione di uno dei capi di imputazione. Prescrizione, che sempre per un capo di imputazione, è maturata anche per l’imprenditore Rocco Luca. Oltre ai due poliziotti e allo stesso Rocco Luca, vanno a processo Salvatore Luca, Francesco Luca, Francesco Gallo, Concetta Lo Nigro, Emanuela Lo Nigro, Maria Assunta Luca. Le difese non hanno optato per riti alternativi e cercheranno di dimostrare l’estraneità ai fatti dei loro assistiti, nel corso dell’istruttoria dibattimentale. L’accusa è sostenuta dai pm della Dda di Caltanissetta, Nadia Caruso e Pasquale Pacifico.

Con le indagini ancora aperte, sia il riesame che la Corte di Cassazione emisero decisioni favorevoli sulle misure che erano state imposte agli imprenditori, destinatari anche di provvedimenti di sequestro, che hanno messo sotto amministrazione giudiziaria un patrimonio da milioni di euro. Gli imprenditori, le cui aziende hanno sempre lavorato nel settore delle vendite di automobili, dell’edilizia e dell’immobiliare, hanno più volte negato le accuse, dicendosi vittime delle richieste estorsive delle organizzazioni criminali. Saranno i giudici del collegio penale del tribunale gelese ad occuparsi dell’istruttoria e a valutare la posizione di tutti i coinvolti, che sono difesi dai legali Carlo Taormina, Antonio Gagliano, Filippo Spina, Carmelo Peluso, Luigi Latino, Fabio Fargetta, Michele Ambra, Emilio Arrogante, Marina Giudice e Alessandro Diddi.

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