Inchiesta “Malleus”, tre imputati davanti a Sezioni Unite Cassazione: fissata udienza

 
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Gela. Lo scorso febbraio, i giudici della Corte di Cassazione hanno annullato, con rinvio alla Corte d’appello di Caltanissetta, tre pesanti condanne emesse nei confronti di altrettanti coinvolti nel blitz antimafia “Malleus”. Baldassarre Nicosia (quindici anni di reclusione), Giuseppe Lumia (quattordici anni e due mesi) e Domenico Trespoli (tredici anni e quattro mesi), nei precedenti gradi di giudizio erano stati ritenuti pienamente coinvolti nel traffico di droga che sarebbe stato finanziato dal gruppo dei Rinzivillo. E’ passata la linea dei difensori (gli avvocati Flavio Sinatra, Cristina Alfieri e Giuliano Dominici, che dovranno confrontarsi nuovamente con i giudici nisseni di secondo grado. Sono state rinviate alle Sezioni Unite, invece, le posizioni di altri tre coinvolti. Così, il mese prossimo, i magistrati romani affronteranno le questioni giurisprudenziali emerse per le vicende di Massimo Gerbino (ventuno anni di reclusione), Andrea Giuseppe Mangiameli (quindici anni) e Giuseppe Schembri (quattordici anni e dieci mesi). I difensori, gli avvocati Flavio Sinatra e Carmelo Tuccio, hanno avanzato diverse richieste nel ricorso presentato contro le condanne, emesse nei precedenti gradi di giudizio. I magistrati di Cassazione hanno ritenuto sussistere un forte dubbio sull’interpretazione giurisprudenziale degli effetti prodotti dalla ricusazione che i difensori avevano ottenuto, in altri gradi del procedimento, e che potrebbe incidere sugli effetti di molti atti processuali.

L’udienza è stata fissata. “Il contrasto interpretativo, a parere del Collegio, verte in particolare su alcuni aspetti essenziali relativi alla ricognizione, ferma restando la cornice normativa di cui all’art. 42 cod.proc.pen. – hanno scritto nella sentenza disponendo l’intervento delle Sezioni Unite – del rapporto che intercorre tra i poteri della Corte di appello (che abbia accolto la domanda di ricusazione) e quelli del giudice (diverso da quello ricusato) innanzi a cui risulti pendente – e davanti a cui debba proseguire – il procedimento principale”. Tutti aspetti che saranno valutati dai giudici romani.

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