Incidente all’ex Asi, Fecondo morì: fissato il giudizio in Cassazione

 
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L'area industriale ex Asi di Brucazzi

Gela. L’accusa è di omicidio colposo, per la morte dell’operaio Giuseppe Fecondo, deceduto a causa delle conseguenze patite dopo un incidente sul lavoro, nella zona industriale ex Asi. Cadde nel vuoto, precipitando dal tetto di un capannone. Sia in primo che in secondo grado è arrivata la condanna per l’imprenditore alla testa dell’azienda che aveva assunto Fecondo. Per Davide Catalano, a fine marzo, saranno i giudici di Cassazione a pronunciarsi. E’ stata fissata l’udienza e la difesa, rappresentata dal legale Fabrizio Ferrara, ha proposto ricorso a seguito della decisione della Corte d’appello di Caltanissetta, che nel febbraio dello scorso anno ha confermato la condanna ad un anno e sei mesi di reclusione. Per l’accusa, ci sarebbero state violazioni delle norme in materia di sicurezza. Fecondo venne trasferito in ospedale, dove morì. Per la difesa, non ci sarebbe mai stata una correlazione tra quanto accaduto e gli obblighi normativi imposti alla proprietà dell’azienda “Cimet”, che aveva appena assunto l’operaio. L’incidente si verificò durante un sopralluogo preliminare all’installazione di pannelli fotovoltaici. I familiari della vittima, parti civili nel giudizio, assistiti dagli avvocati Giacomo Di Fede, Rosario Giordano e Cristina Guarneri, ritengono invece che le cause dell’accaduto siano da addebitare proprio alla mancata applicazione dei protocolli di sicurezza. La difesa di Catalano, invece, anche nel corso dei giudizi di primo e secondo grado, non ha mai escluso che il decesso possa essere stato favorito da possibili omissioni mediche.

Ricostruzioni alternative a quella degli inquirenti che ha poi portato a processo l’imprenditore, che adesso attenderà la decisione di Cassazione. Ai familiari dell’operaio, negli altri gradi di giudizio, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni oltre ad una provvisionale. In primo grado, la condanna fu pronunciata con pena sospesa ma condizionata al pagamento della provvisionale. I giudici del tribunale di Gela e quelli d’appello di Caltanissetta, invece, hanno escluso la responsabilità della società “Cimet”, assistita dal legale Francesco Giocolano.

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