Incidente guardia giurata in raffineria, assolti manager e titolari società sicurezza

 
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Gela. Non ci fu alcun avvelenamento da emissioni rilasciate in raffineria. Sono cadute tutte le contestazioni mosse nei confronti di vertici Eni e dei responsabili della società di sicurezza privata che in passato operava nello stabilimento di contrada Piana del Signore. Erano accusati di presunte lesioni subite da un ex guardia giurata, raggiunto da esalazioni mentre effettuava il suo turno. “Il fatto non sussiste”, così ha disposto il giudice Miriam D’Amore. L’assoluzione è stata pronunciata nei confronti di Serafina Paterniti, Bernardo Casa, Michele Viglianisi, Arturo Anania, Raffaele Solbara e Orazio Giampiccolo. Già nel corso dell’istruttoria dibattimentale erano emersi elementi che hanno messo in forte dubbio le presunte conseguenze subite dalla guardia giurata. In ospedale, da quanto emerso, gli venne indicato un solo giorno di prognosi, anche se i referti degli enti previdenziali furono di entità differente. Le difese, facendo riferimento anche a consulenze tecniche, hanno spiegato che il getto fuoriuscito da una condotta interna alla fabbrica non conteneva alcuna sostanza pericolosa. L’operatore, che poi lamentò un malore, in base alle ricostruzioni probabilmente non aveva a disposizione tutti i presidi di sicurezza affidatigli dalla società per la quale lavorava.

Inizialmente, formulò richiesta di costituirsi parte civile nel giudizio, ma subito dopo rinunciò. Anche il pm Pamela Cellura, davanti ad una ricostruzione più che evidente, ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. Non ci sarebbero stati elementi tali da individuare responsabilità. Una linea sostenuta, per conto dei coinvolti, dagli avvocati Filippo Spina, Carmelo Brentino, Gualtiero Cataldo, Carlo Autru Ryolo, Grazia Volo e Attilio Floresta. Tutti i legali hanno concluso per l’assoluzione.

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