Incidente mortale sulla Gela-Catania, operaio vittima: in aula sentito carabiniere

 
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Gela. Fu un carabiniere ad accorgersi dell’incidente, sulla Sp12, a ridosso della Gela-Catania, e a lanciare il primo allarme. Per l’operaio forestale riesino Salvatore Marino non ci fu però nulla da fare. L’impatto della Fiat Punto sulla quale viaggiava, probabilmente contro un muretto, si rivelò fatale. Ieri, in aula davanti al giudice Martina Scuderoni, è stato sentito un altro militare che intervenne per i primi rilievi. La situazione era già compromessa. L’incidente si verificò nell’estate di sei anni fa. A risponderne, con l’accusa di omicidio colposo, è un altro operaio, Rocco Li Perni, che era alla guida dell’automobile che si ribaltò. E’ accusato di omicidio colposo, perché per gli investigatori avrebbe determinato l’incidente, forse con una manovra azzardata. Il carabiniere, rispondendo alle domande del pm Tiziana Di Pietro e del difensore, l’avvocato Vincenzo Vitello, tra le altre cose ha confermato che l’imputato, ancora nel punto del terribile incidente, spiegò che l’impatto si sarebbe verificato nel tentativo di evitare un cane. Una versione che Li Perni, fortemente scosso, rese proprio subito dopo l’impatto, che si rivelò mortale per il collega Marino.

I familiari della vittima, inizialmente erano costituiti parti civili, con gli avvocati Marco Ministeri e Angelo Cafà. Ieri, però, è stata confermata la rinuncia alla costituzione. In aula, nel corso della prossima udienza, verrà sentito anche il perito che ricostruì la dinamica e le cause della morte dell’operaio forestale.

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