Incidente per operatore “Archimede”, Cgil: “Lavorano senza i giusti presidi di sicurezza”

 
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I sindacati tornano a chiedere un incontro con l'azienda

Gela. La vertenza va avanti da mesi, i lavoratori della società “Archimede” e la proprietà non riescono a trovare un’intesa. Ieri, uno dei dipendenti ha subito un infortunio, mentre erano in corso le operazioni di ormeggio di una delle navi giunte al porto isola Eni. La Filt-Cgil e la segreteria confederale contestano non solo i carichi di lavoro ma anche il fatto che gli operatori rimangano senza presidi di sicurezza, ad iniziare dalle mascherine contro il Coronavirus. “Chiediamo alla società un incontro urgente – dicono Ignazio Giudice e Orazio Gauci – così da poter definire condizioni  di massima  sicurezza e la invitiamo a collaborare per ristabilire  rapporti umani basati sulla serenità lavorativa, a maggior ragione dopo le ultime controversie. Oltre al brutto incidente verificatosi, i lavoratori sono sottoposti ad una turnistica pesante e come avvenuto nelle operazioni di  ormeggio e disormeggio della nave proveniente dalle zone rosse, ai lavoratori non sono stati forniti i giusti dpi come per esempio le maschere, che sono state offerte dall’equipaggio della nave “Basiluzzo M”, dopo che si è rischiato il disormeggio”.

“La sicurezza sul lavoro e la lotta agli infortuni non sono solo problemi sindacali, ma sociali, politici e istituzionali – concludono i sindacalisti – perché misurano il tasso di rispetto che una società ha nei confronti di chi suda per il salario. Restiamo in attesa di un rapido confronto così da dare serenità lavorativa a tutti i dipendenti”.

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