Industria e malattie, l’Irccs è lontano: Rinciani, “tutto fermo anche per il laboratorio di ricerca”

 
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Il medico Antonio Rinciani

Gela. Da quasi due anni, è consulente, a titolo gratuito, dell’amministrazione comunale. Il medico Antonio Rinciani, specialista nello studio delle patologie da industrializzazione che riguardano la pediatria, è costretto però a tracciare un quadro piuttosto scarno, almeno sul fronte dei risultati. La scelta ricadde su di lui, perché la giunta aveva bisogno di uno specialista che potesse disegnare le linee guida di un percorso che, almeno sulla carta, doveva condurre all’istituzione di un Istituto di ricovero e cura per pazienti colpiti da patologie collegabili alla presenza industriale in città. L’Irccs, però, rimane una chimera. I dati, quanto mai allarmanti, parlano di una città dove sono ancora ben al di sopra della media le statistiche che riguardano tumori e malformazioni. “La volontà – dice il medico – c’era e c’è tutta. Però, anche l’amministrazione comunale deve scontrarsi con una certa politica, piuttosto ostile”. Fino ad oggi, nonostante il medico e l’amministrazione non abbiano interrotto il rapporto, di concreto c’è veramente ben poco. “Sarebbe stato importante insistere sul laboratorio di ricerca che avrebbe consentito di far arrivare in città esperti e studiosi – spiega ancora – dietro dovevano esseri Asp e amministrazione comunale. L’Eni? Onestamente, ho subito sollevato i miei dubbi sul coinvolgimento dell’azienda, almeno da un punto di vista di opportunità, mi sembrava quantomeno poco adatta. Neanche il tavolo da coordinare con Asp e le varie istituzioni ha mai avuto seguito”.

“Abbiamo già perso tanti treni”. Prima di accettare la richiesta della giunta, formalizzata soprattutto dal sindaco Domenico Messinese e dal suo vice Simone Siciliano, Rinciani è stato anche in audizione dai componenti della commissione igiene e sanità del Senato, arrivata sull’isola per raccogliere dati pure sulla questione Gela. Era il luglio di due anni fa, ma da allora, nonostante la sua volontà, ben poco si è mosso. “Temo che la nostra città abbia perso treni importanti – conclude – e mi riferisco ad un periodo, che colloco almeno dal 2007 in avanti, quando con i successi politici ottenuti da Rosario Crocetta, avremmo dovuto e potuto ottenere risultati concreti sul fronte del contrasto a queste terribili piaghe. Adesso, invece, tutto è molto più difficile. Parliamo di una città che, peraltro, in un contesto globale, non è certo l’ombelico del mondo, anzi”. Mentre Eni ha scelto di riconvertire la sua produzione a green, tanti pazienti sono ancora costretti ai viaggi della speranza, pur di accedere a cure specialistiche.

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