Interdittiva Cosiam, Cga conferma annullamento: respinta sospensiva della prefettura

 
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Greco si uccise dopo aver saputo dell'esclusione e dell'interdittiva

Gela. E’ arrivato il no alla sospensiva avanzata dalla prefettura di Caltanissetta e dal ministero dell’interno rispetto alla sentenza che lo scorso luglio aveva annullato l’interdittiva antimafia emessa nei confronti della Cosiam, l’azienda dell’imprenditore Rocco Greco, morto suicida davanti alla macchia di presunti interessi mafiosi sulla sua attività economica. Dopo la decisione del Tar, prefettura e ministero hanno impugnato. Il Cga ha però escluso che ci siano i presupposti per bloccare gli effetti della decisione del Tar e sul caso entrerà nel merito solo l’anno prossimo. La famiglia Greco, dopo la morte dell’imprenditore, ha avviato una lunga azione, anche giudiziaria, per ottenere il pieno riconoscimento di quanto inizialmente venne negato, facendo perdere fiducia al titolare e importanti appalti all’azienda. Già il Tar aveva stabilito che prima di rilasciare l’interdittiva antimafia sarebbe stato necessario effettuare verifiche più approfondite. I legali dell’azienda e della famiglia, in più occasioni, hanno sottolineato come Greco fosse stato nel tempo vittima di richieste estorsive e intimidazioni, sempre denunciate. Anche i giudici penali emisero sentenza di assoluzione davanti all’accusa di vicinanza ai gruppi di mafia, nonostante l’impugnazione dei pm, che successivamente rinunciarono all’appello presentato.

Una rinuncia che confermò l’assenza di presupposti per ritenere che Greco potesse aver avuto rapporti con le organizzazioni mafiose, che invece iniziò a denunciare già quando operava nel servizio di raccolta rifiuti in città, insieme ad altre società del territorio. “Si tratta, ad avviso del collegio, di notizie che, sebbene in qualche caso si pongano fuori dall’arco temporale 1996-2006 – avevano scritto nella prima sentenza i giudici del Tar Lazio – nel loro insieme non assurgono a serio quadro indiziario idoneo a sostenere un giudizio di pericolosità attuale di infiltrazione mafiosa per la società ricorrente a fronte del comportamento tenuto dal socio di maggioranza a partire dal 2007”. Poi la stessa decisione è stata confermata dal Tar Palermo, che ha disposto l’annullamento dell’interdittiva della prefettura di Caltanissetta. All’azienda il Tar ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni, ma solo per quei cantieri bloccati dall’interdittiva e poi ripresi, a seguito del passo indietro della prefettura, che circa due mesi dopo il suicidio accolse la richiesta di aggiornamento della white list, inserendo nuovamente Cosiam. Un’entità economica stimata in 40 mila euro.

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