Investimenti, Caccamo: “Modello Genova per la città, politica non sia distante”

 
0
Caccamo e gli industriali chiedono un confronto costante sugli investimenti

Gela. L’elenco degli strumenti istituzionali e dei fondi, potenzialmente a disposizione del territorio, è lungo. Tutto però sembra paralizzato e anche a Roma le procedure stentano a decollare. Da mesi, si attende uno sblocco vero e proprio sull’accordo di programma e sull’area di crisi, con un risoluzione approvata dalla Commissione industria del Senato, che impegna il governo Draghi. Gli industriali del territorio hanno partecipato al giro di consultazioni condotto dai senatori, producendo un loro report. Tra i vertici di Sicindustria traspare preoccupazione per il futuro più immediato. “A valle dell’audizione abbiamo inviato una relazione contenente le nostre proposte, così da mettere nero su bianco il nostro impegno e la nostra apertura alla risoluzione della problematica al fine di agevolare il percorso di valorizzazione del territorio. Certamente – dice il presidente di Sicindustria Caltanissetta Gianfranco Caccamo – i tempi sono molto stretti rispetto al termine finale del 23 ottobre per l’accordo di programma, la cui proroga è stata chiesta a gran voce, insieme ad un arricchimento del plafond sia in termini qualitativi che quantitativi con fondi nazionali, meno vincolanti rispetto ai fondi europei. Proprio il tempo sarà dirimente. Nel corso dell’audizione abbiamo invitato la decima commissione ad attenzionare il modello Genova. Non serve accelerare, ma correggere l’attuale ritmo altrimenti non arriveremo a nulla”. Per un territorio da anni in flessione economica e sociale, gli industriali si attenderebbero la stessa efficienza burocratica e amministrativa, che il governo ha dimostrato per Genova, nel dopo-crollo del ponte Morandi. Inizialmente, Caccamo e Sicindustria hanno partecipato ad interlocuzioni con l’amministrazione comunale. Il presidente spiega che c’è la massima disponibilità al confronto istituzionale. “Sul tema non siamo stati chiamati ad ulteriori interlocuzioni, ma ribadiamo la nostra disponibilità proprio per agevolare il processo, così come proposto nell’audizione in Senato. E’ necessario che tutte le forze del territorio cooperino per il raggiungimento dell’obiettivo proprio per evitare di cadere nuovamente in errore – dice ancora – procedendo singolarmente, senza una visione complessiva ed un correlato piano di azione definito da tempi chiari. A valle delle audizioni, la decima commissione ha tirato le fila impegnando il governo a procedere con una serie di azioni ben chiare e dal governo attendiamo riscontro”. In più occasioni, si è parlato di Contratto istituzionale di sviluppo, come soluzione per coordinare gli strumenti di finanziamento destinati al territorio. Su questo versante, come in altri, si attendono riscontri concreti. “L’importanza del Contratto istituzionale di sviluppo come strumento legislativo che possa favorire il coordinamento dei fondi impegnati e la gestione delle azioni da compiere per la rivitalizzazione del territorio è pacifica – spiega il presidente di Sicindustria Caltanissetta – tanto da essere stata avallata anche dalla Commissione industria del Senato. Si tratta di strumenti certamente funzionali singolarmente, ma è evidente che se utilizzati in parallelo e ben coordinati renderebbero molto più efficace ed efficiente l’azione”. Se accordo di programma, area di crisi e Cis sono soluzioni importanti, rimaste per ora in attesa di una vera accelerazione istituzionale, anche sulla Zona economica speciale Caccamo intravede delle possibilità di sviluppo, purché si rispettino i tempi e si ascoltino le istanze delle aziende. “Il tempo è una risorsa spesso sottovalutata dalla politica, spesso lontana rispetto alle esigenze del territorio e delle imprese. Ad aprile di quest’anno, sono stati pubblicati i piani strategici e i dati catastali delle aree ricomprese nel perimetro delle Zone economiche speciali della Sicilia orientale e occidentale. E’ stata data alle imprese la possibilità di avviare nuove attività nelle zone localizzate, usufruendo di uno sgravio fiscale sotto forma di credito d’imposta pari al 50 per cento dell’imposta sul reddito generato e analoghe agevolazioni sul costo del lavoro. Eppure – dice – l’accesso alle agevolazioni è subordinato al mantenimento del personale assunto per un periodo di almeno dieci anni, diversamente, l’impresa decadrà dal beneficio con obbligo di restituzione dell’agevolazione di cui ha usufruito. E’ evidente quindi che il buco nell’acqua si rischia se la politica continua a portare avanti azioni senza interloquire con le imprese del territorio e senza analizzare le caratteristiche dello stesso, creando opportunità che in realtà rischiano di essere vane perché non convenienti”.

Maggiore interlocuzione tra politica e tessuto produttivo locale, sembra questa la chiave di volta che gli industriali di Sicindustria intendono sostenere, in attesa di risposte vere. Non imboccando questa strada, secondo lo stresso Caccamo sarà difficile rafforzare le sorti economiche dell’area locale. “Abbiamo una grande occasione e farla scappare sarebbe veramente un errore. Abbiamo un territorio particolarmente depresso, ma da qui dobbiamo ripartire. Bisogna creare nuove prospettive di sviluppo partendo dalle esigenze attuali del territorio, rese ancor più evidenti dalla pandemia intervenuta. Tra le altre, l’hub per l’idrogeno, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e tutto quanto correlato alla materia ambientale e dell’economia circolare. Non possiamo farci scappare una possibilità di sviluppo così importante, lo dobbiamo al territorio e alle nuove generazioni”, dice ancora. Non trascura neanche il Pnrr, ma partendo sempre dal confronto per evitare che i finanziamenti vadano a soddisfare quelle che non sono esigenze concrete. Caccamo, da ultimo, richiama il recente finanziamento per il porto isola, ma sottolineando anche lo stato nel quale versa il porto rifugio. “Stiamo attraversando un momento complesso sotto vari punti di vista, economico, sanitario, culturale. La pandemia ha certamente accelerato un processo di trasformazione già in corso, ma ha anche messo a dura prova una provincia già agli ultimi posti della classifica stilata dal “Sole 24 Ore”. Eppure al netto delle evidenti negatività, è fondamentale andare avanti e cogliere le attuali opportunità per generare valore. Ritengo infatti che solo rinvigorendo il territorio si possa creare ricchezza. Abbiamo elementi importanti da cui ripartire tra cui il Pnrr. Utilizzandoli con criterio potremo finalmente adeguare il territorio alle nostre esigenze e mostrare ai giovani un motivo in più per costruire il proprio futuro a casa loro. Chiaro è che qualsivoglia azione debba essere condivisa e non portata avanti unilateralmente. Penso ad esempio al progetto finanziato dal Ministero delle infrastrutture, sul cold ironing per il porto isola. Sarebbe stato infatti in primo luogo necessario che il ministero coordinasse la propria azione con gli enti regionali e del territorio per definire le progettualità più utili da finanziare, penso ad esempio al dragaggio del porto rifugio – conclude – anziché rischiare di sperperare il denaro in questo modo. Al più, sarebbe stato efficace concentrarsi sul dragaggio e magari realizzare il cold ironing nel porto rifugio, sulla passeggiata della città. Ripeto, l’assenza di confronto con il territorio provoca distanza tra le azioni poste in essere e le necessità della provincia. La politica continua a mostrarsi distante, a muoversi a tentoni senza una visione complessiva ed in assenza di coordinamento con il territorio”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here