Io voto Zes, la normativa che salva la Sicilia dai soprusi del nord

 
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Gela. In questi giorni mi è capitato di leggere su un quotidiano siciliano il significato dell’acronimo ZES (Zone economiche speciali)

che riguardano proprio la gestione della Sicilia. Secondo i dati riportati, la Sicilia rappresenta l’Italia per il 40% della produzione del petrolio, esporta il 15% di energia elettrica e esporta al nord il 15% di gas.

Di contro abbiamo tariffe che vessano il popolo siciliano come le più care d’Italia.

Come si spiega questo fenomeno?

L’applicazione della normativa del ZES consentirebbe la defiscalizzazione del carburante e dei prodotti petroliferi come la benzina, che costerebbe a noi siciliani solo 30 centesimi a litro. La ZES, già prevista per tutte le zone insulari dell’Unione Europea come le Canarie, le Azzorre, e le isole dell’Egeo, in Sicilia consentirebbe, in attuazione dello Statuto Autonomo della Regione Siciliana, una responsabilizzazione della classe politica. In tale modo si potrebbe portare l’IRPEF al 20%, l’IVA al 10% e con la defiscalizzazione dei carburanti e l’affermazione di un Governo sovranista il popolo siciliano potrebbe raggiungere vette eccelse.

Se tutto ciò fosse stato accertato e avrebbe una affermazione epistemologica, dovremmo dire che i politici alla regione siciliana hanno solo trovato il tempo per rubare e dormire, di conseguenza, senza preoccuparsi minimamente della gente che nell’indifferenza più totale ha sprecato il tempo per votarli.

Oggi siamo sotto la campagna elettorale e abbiamo un mare di candidati di tutte le fazioni politiche, tutti giovani pronti a seguire le orme dei predecessori, ma quanti si sono chiesti:

qual è la nostra storia vera?

Non quella che ci hanno insegnato nei banchi di scuola scritta dai nordisti colonizzatori e imposta a tutte le scuole della Repubblica Italiana con l’imposizione ai meridionali di non discuterne perché nessuno sarà proposto a diventare preside, se accenna al problema dei meridionali.

Qualunque posto di responsabilità nel meridione è riservato alle persone ignoranti della questione meridionale e a tutti gli uomini di cultura che conoscono il termine Borbone col significato di arretrato è ignorante e che i partigiani meridionali erano tutti briganti e perciò passibili di deportazione o fucilazione.

I più fortunati erano cavie per l’antropologo torinese Lombroso e si trovano esposti ancora oggi nel grande museo di Torino. Nessuno si vergogna di questi massacri, nemmeno la religione cattolica fa cenno a questi obbrobri, anzi l’arcivescovo di Torino ne va orgoglioso della grande città piemontese.

Le università italiane studiano i progressi e gli sviluppi dell’antropologia del sociologo studioso torinese Lombroso, che misurava il cranio dei briganti meridionali con un compasso da muratore, per definirli briganti e darli in pasto al Generale Enrico Cialdini per fucilarli.

Questi sono stati gli Italiani che hanno unificato l’Italia meridionale, mentre per il Veneto nel 1866 si fece un referendum che fu plebiscitario e oggi chiedono maggiore autonomia da questa Italia di ladri unificata. Noi servili non solo abbiamo dimenticato il nostro passato, cancellato la nostra dignità di uomini liberi, ma continuiamo ad eleggere uomini che una volta al potere osannano l’unificazione dell’Italia. Vedi Mattarella che continua a piangere sulle fosse Ardeatine, dimenticando tutto quello che è successo al sud dell’Italia e particolarmente alla Sicilia che gli ha permesso di nascere e dove un suo intimissimo è stato ucciso.

Questa è perdita di dignità morale e civile degli individui con un minimo di coscienza e di amor patrio, non legati agli interessi personali, dell’oro giallo meretrice del genere umano.

Cicerone, nel suo testo “le Tuscolane” asserisce: nessuno ha vissuto troppo poco se ha soddisfatto interamente gli obblighi imposti dalla virtù vera.

Ma quali sono gli obblighi dei nostri politici, che assumono posizione di Governo apicali? A parte l’arricchimento personale, non conoscono altri obblighi e se esistesse una magistratura onesta, verrebbero condannati irrimediabilmente nelle carceri più profonde, ma a differenza di Socrate che accettò passivamente la cicuta, anzi scherzò con gli amici dicendo: nessuno di voi quando sarò partito da qui mi potrà raggiungere; i nostri avranno il coraggio di reagire e opporsi a qualsiasi tipo di condanna?

Hanno la ragione degli inetti e perciò si opporranno…

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