L’accusa di truffa è prescritta, si chiude il processo per i soci della Coba: dissequestrati 330 mila euro

 
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Gela. “Non doversi procedere” perché i reati sono ormai prescritti. Il finanziamento ministeriale. Si chiude in questo modo il processo nei confronti di Francesco Barone, Loredana Corallo, Orazio Brigadeci e Carmelo Riccelli, tutti soci riconducibili alla Coba International, finita al centro di una serie di verifiche effettuate anche dai militari della guardia di finanza. I magistrati della procura contestavano il reato di truffa. La società sarebbe stata destinataria di un finanziamento ministeriale, da oltre trecentomila euro, ottenuto però senza averne i requisiti e per il tramite di presunte false fatturazioni. A disporre il non doversi procedere è stato il giudice Miriam D’Amore. Lo stesso magistrato, inoltre, ha deciso la revoca del sequestro preventivo di somme per circa 330 mila euro. Si tratta di un ammontare emerso dai conti corrente riconducibili agli imputati e alla società. Caddero già in fase d’udienza preliminare, invece, altre contestazioni per le quali il giudice dell’udienza preliminare dispose il non doversi procedere. Le ipotesi di reato erano comunque prescritte. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Joseph Donegani, Emanuele Maganuco, Antonio Gagliano, Liliana Bellardita, Elio Lembati, Salvatore Licata, Matteo Lus e Carmelo Tripodo.

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