L’Alto Commissario Aldisio e il Governatore Crocetta, ecco due esempi di politica fallimentare

 
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Gela, città che esiste da 2750 anni, e in questi ultimi 60 anni ha avuto uomini che si sono dedicati a distruggere tutte  le ricchezze architettonica accumulate.  Storia mortificata. Nel 282 a.c. fu completamente distrutta dall’agrigentino Phinzia e dai Mamertini. Sulle sue rovine incombe “una lunga notte di silenzio” che durò più di un millennio.

Roma con la prima guerra Punica (264-“241) conquistava tutta la Sicilia e la dichiarava “provincia” (ovvero terra vinta) che tennero fino al 476 d.c.

Sicuramente non si tratta di insediamenti urbani veri, ma con la ricomparsa di piccoli approdi come quello di Manfria, si ha la presenza di Ghelas riportata dall’Itinerario Antonini.

Tra il 535 e l’878 d.c. nel territori di Gela vissero popolazioni Bizantine e la chiesetta di San Biagio, all’interno del cimitero monumentale, ne è testimonianza. Alla dominazione Bizantina seguì quella Araba del 1061 e poi quella Normanna per passare a quella Sveva. Molti furono le guerre che si combatterono in quegli anni nel nostro territorio, fino a quando Ruggero fu chiamato da Thumma per difendersi dai suoi avversari.

La ridistribuzione della popolazione nel territorio di Gela durò fino a quando intervenne Federico II di Svevia, dandogli connotati definitivi. Fece edificare il famoso castello, che i moderni distrussero completamente, e le mura Federiciane.

Si sa poco dell’impegno di Ercole a edificare una città chiamata Heraclea ma è certo che Heraclea incominciò a coesistere con Terranova. Nel 1396 Re Martino donò i ricavati delle gabelle dell’erbaggena al fine di potere riparare le mura della città per premunirla dalle rovinose incursioni Turche. A Gela, su domanda del Podestà Antonio Vacirca, la denominazione di Terranova di Sicilia fu cambiata nel 1927, recuperando l’antico nome di Gela. Questa, la città che hanno ereditato gli ultimi politici dopo la seconda guerra mondiale nel 1946 (Questo di tanta speme oggi mi resta: Ugo Foscolo).

Il Ministro Aldisio. Il primo grande uomo che s’impadronì del potere della città di Gela, fu l’onorevole Salvatore Aldisio, che nella sua funzione di Ministro in diversi dicasteri e Alto Commissario della Sicilia, fece il completamento della diga del Disueri, il porto rifugio, il villaggio Aldisio, l’acquedotto (ancora oggi, non funzionante), l’ospedale, il lungomare, la chiesa di San Giacomo, Palazzo di Città.

L’inizio della distruzione. Con questa opera, diede inizio alla distruzione dell’architettura della città storica, con la cancellazione della piazza San Francesco e parte delle mura federiciane. Fece scomparire definitivamente il famoso portale della chiesa di San Giacomo, trasformata in un monumento funerario. Molti sono i meriti di Salvatore Aldisio, tra l’altro una politica dei lavori pubblici importante per la città, ma molti sono i demeriti con l’incarico di Alto Commissario della Sicilia e di conoscitore dell’invasione piemontese quando, il Mazziniano convinto ad opera dei suoi genitori, non si curò minimante di portare a conoscenza dei siciliani tutti i soprusi subiti dal popolo meridionale, anzi si oppose al separatismo.

Le colpe di Aldisio. Con l’incarico di partigiano del sud, non si curò dei militari Italiani uccisi sotto le armi. Noi ancora oggi ricordiamo i morti ebrei e, per non dimenticare, continuiamo a piangere sulle loro tombe mentre non ci siamo mai curati del numero di morti meridionali.

Se i ricercatori storici non prezzolati ci parlassero di quei cittadini, circa 1 milione e 700 mila, impiegati nelle varie imprese del mezzogiorno e ci dicessero, dove sono andati a finire. Emigrati o uccisi?

Oppure nascosti in montagna. In attesa di una risposta, abbiamo la consapevolezza che da allora sono spariti nel nulla.

Gli uomini politici che si sono susseguiti in questi anni hanno ereditato solo i demeriti. Non lasciando nessuna eredità politica.

Le opere di Crocetta. Il Presidente della Regione in carica, Rosario Crocetta, da sindaco di Gela si è solo preoccupato di tappare l’arco di porta marina e di sprecare risorse inutili, consentendo all’Eni di dismettere lo stabilimento ma non lo sfruttamento petrolifero in una città della magna Grecia, resa oggi economicamente sottosviluppata.

Comuni limitrofi più capaci. Infatti, i centri che hanno avuto uno sviluppo naturale e ordinato dell’economia locale, vantano una economia florida rispetto a Gela. Vedi Vittoria simbolo dell’agricoltura, Caltagirone, con le sue ricchezze ceramiche, e Modica per essere riuscita a diversificare l’economia. Non parliamo di tante altre città della Sicilia.

Non solo Crocetta e Aldisio. In questa breve analisi abbiamo parlato solo di due uomini politici ma, soffermarsi su tutti quelli che si sono succeduti, sarebbe molto interessante conoscere più a fondo i grandi progetti di distruzione del nostro territorio portato avanti da questi politici inetti e incapaci.

Loro sono intoccabili. Di sicuro sono stati capaci a riempirsi le tasche e vivere tra gli agi, come la scorta armata e il mantenimento dei costi. Oggi il sindaco vuole dare la cittadinanza onoraria allo scrittore Camilleri per i meriti incalcolabili di denigratore del mezzogiorno e della città di Gela. Questa città non merita tanto degrado da parte di politici prezzolati ed ignoranti, anche qui il Foscolo docet…

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