L’appello di don Luigi Petralia: “Per combattare la mafia istituiamo un reddito di dignità”

 
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Gela. Invoca l’amministrazione comunale ad avviare il reddito di dignità per evitare che i nuovi disoccupati si arruolino con la mafia. A lanciare l’appello è don Luigi Petralia, meglio conosciuto come prete della legalità per il suo impegno con l’associazione Libera. Secondo padre Petralia, “i disoccupati e le famiglie senza reddito, vivono in una miseria non solo economica. Sono spinti a perdere i valori di genitori e figli. Sono facili prede dell’abbandono scolastico perché non vedono l’utilità della scuola che richiede spese insostenibili alle stesse famiglie. Una condizione che sfocia nell’illegalità, unico rimedio per sopravvivere. Le offerte della mafia e dei loschi traffici di morte si rivelano sicure ed immediate. La mafia si sconfigge vincendo la povertà, ed allo stesso tempo educando i giovani e le nuove generazioni al bene comune, alla dignità della persona e ai valori dello spirito umano e religioso (per chi è credente)”. Con una lettera aperta, il sacerdote della parrocchia Santa Lucia, nel difficile quartiere di Scavone, accusa le precedenti amministrazioni comunali di “non avere saputo rispondere alle esigenze di cambiamento, e alle nuove e vecchie sfide che la Città si trova ad affrontare. Aver scelto il Movimento 5 Stelle – spiega don Luigi Petralia – alla guida del Comune impegna il neo sindaco, Domenico Messinese, e la sua amministrazione a dare risposte nuove ed efficaci per la crescita e lo sviluppo dei settori più strategici della vita dei cittadini. Tra tutte le sfide dell’industria, del turismo, dell’agricoltura, della povertà, criminalità, disoccupazione e legalità”.

Secondo padre Petralia la visione ambientalista che contraddistingue i grillini deve diventare un punto di forza per la realizzazione di una nuova economia industriale, compatibile “con l’ambiente e la salute dei cittadini – aggiunge – L’industrializzazione deve sviluppare le potenzialità dell’ambiente a favore di una vita umana sana e armonica. Ciò che va eliminato non è l’industria, ma un inquinamento scellerato legato al valore supremo del profitto capace di danneggiare i valori umani e ambientali, provocando anche discariche e smaltimento illecito ed illegale. Sulla riconversione del polo industriale di Gela – conclude don Luigi Petralia – bisogna fare sistema e non ancorarsi al concetto astratto che i pentastellati vogliono lo smantellamento totale della Raffineria! Sarebbe una lettura superficiale e tendenziosa della realtà di Gela e dei lavoratori. I 60 anni di storia industriale di Gela con il Petrolchimico non possono essere cancellati. D’altronde tutte le raffinerie e petrolchimici siciliani sono ad alto livello tecnologico e tra i migliori al mondo. Lo sviluppo economico locale per ridurre la grave piaga della disoccupazione non può prescindere da quella cultura industriale che si è stratificata negli ultimi sessant’anni”.

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