L’aula vara la culla della vita, sì bipartisan alla proposta del Cav: “Contro gli aborti e l’abbandono dei bambini”

 
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Gela. Senza distinzioni di colore politico, l’ampio fronte pro vita emerso in aula ha detto sì alla mozione sull’istituzione della cosiddetta culla della vita, una riproposizione moderna della ruota degli esposti.

La culla della vita. In sostanza, si chiede all’amministrazione comunale di spingere, soprattutto in direzione dei vertici dell’Asp locale, per realizzare un sistema che consenta la tutela dei bambini che la madre o i genitori intendano non riconoscere. In questo modo, con la culla della vita, il bambino verrebbe affidato alle cure dei medici dell’ospedale Vittorio Emanuele o di altre strutture appositamente costituite. Il consiglio comunale, senza alcun distinguo, ha risposto all’appello lanciato da associazioni cattoliche e pro vita come il Cav che da decenni si occupano di vicende di questo tipo. “Un rimedio per evitare casi di abbandono o aborto”, hanno detto alcuni dei consiglieri proponenti, ad iniziare da Salvatore Sammito e Angela Di Modica. “La giunta – ha spiegato Carmelo Casano – dovrebbe chiedere ai vertici dell’Asp come mai, per oltre un anno, non abbiano fatto nulla rispetto agli impegni assunti già davanti a questo consiglio comunale. Avevano dichiarato che la culla per la vita sarebbe stata una priorità”. Il sostegno alla mozione è stato ribadito anche dall’assessore Licia Abela, presente in aula. Vincenzo Cirignotta e Guido Siragusa hanno ribadito la necessità che a garantire i fondi sia proprio l’Asp locale. L’esponente di Sicilia Futura Sandra Bennici, inoltre, non ha nascosto le tante difficoltà cui vanno incontro questi bambini, sempre più difficili da adottare. “Purtroppo, le norme in materia non vengono rispettate – ha detto Maria Pingo – il sostegno alle donne che scelgono di non tenere i figli e quello ai nascituri dovrebbe essere sempre garantito, proprio con strutture adatte”. Nella proposta, si fa riferimento ad un intervento diretto dei volontari della associazioni, a partire proprio da quelli del Cav, che dovrebbero eventualmente accompagnare la madre nell’intero percorso. “Sono associazioni – hanno detto alcuni consiglieri in aula – che potrebbero anche convincere queste donne, spesso in difficoltà economica, a fare un passo indietro, tanto da indurle a tenere il proprio figlio”. Per Sara Bonura del Megafono si pone comunque l’esigenza di attivare la consulta servizi sociali, mentre per Vincenzo Cascino della Lista Musumeci vi sarebbe la necessità di istituire un tavolo tecnico sull’intera vicenda.

Stop al cinque per mille al Comune. Non è passata, invece, la mozione dell’esponente di Sicilia Futura Sandra Bennici che chiedeva all’amministrazione comunale di attivare tutti i necessari canali, anche mediatici, per spingere i cittadini a destinare proprio all’ente il loro cinque per mille nella dichiarazione dei redditi. “Fondi che andrebbero destinati – ha detto il consigliere – soprattutto al settore servizi sociali, a sostegno di tante famiglie in difficoltà”. L’aula, però, ha accolto con scetticismo la proposta. Un no secco è arrivato dal gruppo del Movimento cinque stelle che ha comunque sottolineato l’esistenza di appositi fondi già previsti tra i capitoli di bilancio. Per Angela Di Modica, invece, si rischierebbe di far troppa confusione, sottraendo i fondi del cinque per mille alle tante associazioni che, quotidianamente, operano in città. Un’apertura è comunque giunta dall’assessore al bilancio Fabrizio Morello. Alla fine, però, è mancato il numero legale che non ha consentito di far passare la proposta.

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