L’auto sparita e i soldi per riaverla, i tre indagati si difendono: “Il denaro serviva solo per le riparazioni”

 
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Gela. Si sono difesi davanti al giudice delle indagini preliminari Paolo Fiore che li ha sentiti all’indomani del loro arresto. Davanti al gip. Claudio Iannì, Andrei Stirbu e Renata Paun sono accusati di aver organizzato un vero e proprio “cavallo di ritorno” ai danni di un pensionato di Licata. In base alle accuse, gli avrebbero chiesto circa 180 euro per fargli riavere l’automobile. I tre, però, hanno escluso qualsiasi intenzione di estorcere denaro all’uomo. La vettura, infatti, sarebbe stata soltanto sottoposta ad interventi meccanici, legati ad un precedente guasto. Il denaro sarebbe servito a coprire i costi della riparazione. Così, il gip Paolo Fiore, ha comunque convalidato l’arresto di Claudio Iannì e Renata Paun, effettuato dai carabinieri licatesi, ma ha revocato gli arresti domiciliari. Non è stato convalidato, invece, l’arresto di Andrei Stirbu. I legali di fiducia dei tre indagati, gli avvocati Salvo Macrì e Giuseppe Smecca, hanno subito escluso l’esistenza di un piano finalizzato a raggirare il pensionato, estorcendogli denaro. 

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