L’ergastolo è anticostituzionale, l’ex boss Cavallo dovrà scontare “solo” 30 anni

 
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Gela.  La Cassazione ha annullato, senza rinvio, la condanna all’ergastolo nei confronti di Aurelio Cavallo, ex boss della Stidda. La pena è stata commutata dal carcere a vita a 30 anni di reclusione.

Cavallo, assistito dall’avvocato Flavio Sinatra, era stato condannato per il duplice omicidio dei fratelli Giuseppe e Francesco Pasqualino, assassinati all’interno della loro macelleria. Cavallo sta scontando altre tre condanne all’ergastolo sempre in relazione alla sanguinosa guerra di mafia. La difesa punta a sfruttare una sentenza della Corte europea che ha dato ragione per la prima volta ad un imputato italiano e la Cassazione gli ridusse la pena a trent’anni. E la trasformazione in questione è a sua volta la conseguenza della sentenza emessa il 18 luglio 2013 dalla Corte Costituzionale, grazie alla quale le condanne all’ergastolo vanno sostituite con 30 anni di reclusione. Pochi giorni fa stessa sorte era toccata ad Emanuele Zuppardo, che si è visto tramutare la condanna all’ergastolo in una pena a 30 anni.

I fratelli Giuseppe e Francesco Pasqualino avevano 21 e 29 anni. Nella sparatoria rimase ferito anche un cliente della macelleria, Salvatore Ventura di 22 anni. Gli investigatori ritennero che l’obbiettivo dell’ azione criminale, condotta da quattro killer, non fossero i due garzoni della macelleria, entrambi incensurati, ma il titolare del negozio, Salvatore Cafà.

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