L’estorsione ad un commerciante, il “protettore” rischiò di essere ucciso: via al processo, ci sono Caci e Falsaperla

 
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Gela. Ha avuto inizio con le prime richieste avanzate dai difensori

il processo a carico dei presunti responsabili di un tentato omicidio ma anche delle richieste estorsive ai danni di un esercente di Nardò, in Puglia.

Il tentato omicidio. A giudizio, insieme ai presunti complici, ci sono i gelesi Angelo Caci e Rocco Falsaperla, da diversi anni residenti nel Nord Italia. Avrebbero spalleggiato Francesco e Giampiero Russo, padre e figlio, intenzionati a vendicarsi del ventisettenne Gianni Calignano, intervenuto a protezione del commerciante sotto estorsione. Un regolamento dei conti che sarebbe maturato nella sfera della malavita locale. Calignano venne raggiunto da colpi di arma da fuoco in pieno centro, proprio a Nardò. Ad agire, in base alla ricostruzione degli investigatori, sarebbero stati Francesco Russo e Angelo Caci, che devono rispondere del tentato omicidio e della tentata estorsione. Per i pm di Lecce avrebbero agito con metodi mafiosi. Gli altri imputati, invece, rispondono della tentata estorsione, compreso lo stesso Calignano. Davanti ai giudici, c’è anche la cubana Evilys Pimentel Roque che avrebbe coperto la breve latitanza di Caci e Russo. I giudici del collegio leccese, intanto, hanno accolto la richiesta di perizia medica avanzata dalla difesa del sessantaquattrenne Francesco Russo. Il difensore dell’uomo, in più occasioni, ha messo in discussione la sua capacità di intendere e di volere.

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