L’ex discarica Cipolla interdetta, nel sito anche scarti industriali: è ancora tensione giunta-M5S

 
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L'ex discarica industriale Cipolla

Gela. L’area dell’ex discarica Cipolla interdetta.

La discarica utilizzata per smaltire rifiuti speciali e scarti industriali. La decisione, già anticipata durante la conferenza di servizi al Ministero dell’ambiente lo scorso febbraio, è stata ufficializzata da un provvedimento firmato dal sindaco Domenico Messinese e dai tecnici del settore ambiente. In questo modo, le vasche ancora sature di scarti industriali, saranno interdette anche all’eventuale passaggio di animali. Da tempo, l’area di proprietà di un gruppo imprenditoriale oramai fallito è liberamente accessibile, con tanto di recinzione divelta e rifiuti smaltiti senza alcuna regola. L’amministrazione comunale, in questo modo, cerca di compire un primo passo in direzione di una più ampia attività di bonifica.

La costituzione di parte civile…è polemica. La tensione tra la giunta e il gruppo consiliare dei cinquestelle, però, non si stempera neanche sul fronte ambientale. I grillini non hanno gradito le dichiarazioni del primo cittadino (rese alla nostra testata) circa l’eventuale costituzione di parte civile dell’ente nel procedimento avviato dalla procura contro ventidue tra ex dirigenti e tecnici di raffineria. L’accusa principale è quella di disastro ambientale. Il sindaco Domenico Messinese ha spiegato che la giunta valuterà tutti gli atti di modo da ratificare la costituzione in giudizio. Così, arriva la presa di posizione dei consiglieri a cinquestelle. “Il sindaco afferma che gli pare prematuro dare una risposta – spiegano – che dovrà valutare il caso in giunta e capire quali contestazioni vengono mosse. Forse il sindaco non vuole proteggere la salute dei suoi concittadini ma dovrebbe sapere che ci si costituisce parte civile in un processo per il sol fatto che un’indagine rilevi il reato e quindi il danno per la comunità. Il sindaco non è il giudice, non valuta le carte d’accusa, non decide chi è il colpevole. Il sindaco, dato il reato contestato, si costituisce parte civile perché è un suo dovere, perché deve tutelare la sua città, perché deve dire a chi ha danneggia il territorio che nessuno può permettersi di farlo impunemente, senza risarcire e bonificare.  Se queste sono le dichiarazioni del sindaco possiamo dire che non vuole il bene di Gela, ma che, probabilmente, il programma della giunta si basa sul non contestare mai chi, secondo la procura della repubblica, ha inquinato e distrutto”.

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