L’inchiesta antimafia “Malleus”, il processo non verrà sospeso: per la Dda i Rinzivillo si finanziavano con la droga

 
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Gela. Il dibattimento scaturito dall’inchiesta antimafia “Malleus” non verrà sospeso, in attesa di conoscere le decisioni dei giudici della Corte di appello di Caltanissetta, legate al verdetto

arrivato dalla Cassazione sull’incompatibilità del gup del tribunale nisseno.

Verranno sentiti i primi testimoni. Il giudizio, quindi, verrà aperto davanti al collegio penale del tribunale, presieduto da Miriam D’Amore, a latere Silvia Passanisi e Marica Marino. La decisione è stata ribadita dai magistrati che, peraltro, hanno disposto la riunione dei due procedimenti arrivati a dibattimento. Imputati sono Massimo e Giacomo Gerbino, Salvatore Di Nicola, Valerio Longo, Giuseppe Lumia, Giuseppe Mangiameli, Roberto e Salvatore Cosentino, Gaetano Smecca, Giuseppe Schembri, Domenico Trespoli, Davide Pardo, Vincenzo Florio e Baldassarre Nicosia. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta ritengono di aver individuato un gruppo criminale pronto a ricostruire la famiglia mafiosa dei Rinzivillo, soprattutto per il tramite dei proventi giunti dallo spaccio di droga. Il collegio, inoltre, ha respinto l’eccezione di incompetenza territoriale, sollevata dal difensore di fiducia di Vincenzo Florio. I giudici hanno anche accolto la richiesta, formulata dal pm della Dda nissena Maria Carolina De Pasquale, relativa alla contestazione dell’aggravante mafiosa nei confronti di due degli imputati, ovvero lo stesso Vincenzo Florio e Roberto Cosentino, finiti nell’inchiesta perché ritenuti i tramite del presunto clan nelle piazze di spaccio catanesi e palermitane. A questo punto, i primi testimoni dovrebbero essere sentiti in aula alla prossima udienza, fissata per il 30 novembre. Nel pool difensivo ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Antonio Gagliano, Paola Turco, Carmelo Tuccio, Salvo Macrì, Flavio Sinatra, Cristina Alfieri, Giovanni Lomonaco e Boris Pastorello.

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