L’inchiesta dietro al maxi residence, le accuse contro imprenditori e consulenti: si ipotizza la truffa

 
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Gela. Tutto sarebbe girato intorno ai finanziamenti previsti nel programma del Patto territoriale del Golfo. Il residence sorto con i finanziamenti del Patto. Adesso, però, i magistrati della procura contestano pesanti accuse a titolari e consulenti dell’azienda che si occupa di gestire un vasto residence tra Butera e Gela. A giudizio, davanti al giudice Manuela Matta, sono finiti in otto. Sono accusati di truffa soprattutto in riferimento ai circa sette milioni di euro del finanziamento che gli consentì di dare vita alla struttura alberghiera. Proprio davanti al giudice Matta, è stato sentito uno dei militari della guardia di finanza che si occupò di condurre le indagini. L’attenzione degli inquirenti si concentrò soprattutto intorno alla società Medipark.

Il presunto giro di società e fatture. “Ad un certo punto – ha spiegato il militare delle fiamme gialle – ci accorgemmo che i soldi stanziati in base al finanziamento giravano tra società tutte riconducibili agli stessi imprenditori che avevano fatto istanza per il finanziamento. Anche le aziende fornitrici ruotavano intorno agli stessi nomi”. Stando agli inquirenti, i fondi destinati alla costruzione dell’opera  sarebbero stati utilizzati anche per altre finalità. Un presunto giro di fatture e società finito al centro degli approfondimenti. I difensori degli imputati hanno contestato, già durante l’udienza preliminare, le accuse mosse a carico dei loro assistiti. Non ci sarebbero state irregolarità nella gestione delle diverse tranche di finanziamento.

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