L’incidente in raffineria, tutti rinviati a giudizio per la morte di Antonio Vizzini: i familiari sono parti civili

 
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L'operaio Antonio Vizzini

Gela. Dovranno presentarsi davanti al giudice del tribunale il prossimo 10 ottobre.

L’incidente mortale. E’ arrivato il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, accusati dell’omicidio colposo dell’operaio Antonio Vizzini. Il lavoratore morì all’interno della raffineria Eni nell’aprile di tre anni fa. L’incidente si verificò nell’area della centrale termoelettrica, dove gli operai dell’azienda Lorefice&Ponzio erano impegnati nei lavori di sezionamento della caldaia quattro. Fatale per Vizzini sarebbe stata una manovra del gruista, suo collega di lavoro. Vizzini arrivò privo di vita all’ospedale Vittorio Emanuele. Le accuse dei magistrati della procura vengono mosse nei confronti di otto imputati. A giudizio, vanno Domenico e Leandro Lorefice, Angelo Vergati, Giuseppe Antonuccio, Giovanni Nunnari, Antonio Bennici, Orazio Fidone e Stefano Lo Coco. Si tratta dei proprietari del gruppo Lorefice&Ponzio, dei responsabili della sicurezza e dello stesso gruista che manovrava quella mattina dell’aprile di tre anni fa. Parti civili, ammesse dal giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore, sono i familiari dell’operaio, compresi la moglie e i figli. Sono state accolte le richieste di costituzione inoltrate dagli avvocati Dionisio Nastasi, Riccardo Lana, Giuseppe Ferrara e Dalila Di Dio. I magistrati della procura hanno confermato l’esistenza degli elementi d’accusa per portare a giudizio tutti gli imputati. I difensori, invece, hanno contestato la ricostruzione, soprattutto rispetto a quanto accaduto nel cantiere. Sono state contestate anche le procedure adottate per l’effettuazione degli accertamenti tecnici. Le richieste dei difensori, tra questi gli avvocati Davide Limoncello e Flavio Sinatra, non sono state accolte dal gup Fiore.

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