L’indagine antimafia “Agorà”, Emanuele Palazzo lascia il carcere: c’è il sì dei giudici

 
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Gela. E’ ritenuto uno dei vertici della nuova stidda. Il cinquantanovenne Emanuele Palazzo, coinvolto nell’inchiesta antimafia “Agorà” e condannato per quei fatti, adesso lascia il carcere. L’inchiesta “Agorà”. Il provvedimento è stato emesso dai giudici della Corte di appello di Caltanissetta. Dopo l’annullamento della sentenza di condanna deciso, la scorsa estate, dai giudici della Corte di cassazione, i magistrati nisseni hanno accolto l’istanza presentata dal suo legale, l’avvocato Flavio Sinatra. In sostanza, sono scaduti i termini di fase, scattati dal momento della pronuncia della sentenza di primo grado, che gli comminava la condanna a sedici anni di reclusione. All’indomani del blitz “Agorà”, a Palazzo venne imposto il regime carcerario del 41 bis, il cosiddetto carcere duro. Il presunto capo della nuova stidda, già nei diversi gradi di giudizio, per il tramite dell’altro difensore Maurizio Scicolone, aveva comunque contestato le accuse. La sua vicenda processuale è giunta, appunto, fin davanti ai giudici romani di Cassazione che, negli scorsi mesi, hanno disposto l’annullamento del verdetto di condanna di secondo grado.

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