L’indotto Eni al collasso, protesta degli operai: “Dove sono i politici che chiedono voti?”

 
0

Gela. Indotto della fabbrica Eni fermo dalle prime luci dell’alba.

Fermi da mesi. Gli operai delle aziende metalmeccaniche e edili chiedono chiarezza sul prossimo futuro dello stabilimento di contrada Piana del Signore. Una protesta spontanea che ha unito operai di aziende come Smim, Tucam, Eurocoop, Elettroclima e Remosa oltre ai dipendenti di diverse società edili. “Siamo fermi da mesi – spiegano davanti all’ingresso principale della fabbrica – senza stipendi e con i soldi degli ammortizzatori sociali che, quando ci sono, arrivano sempre in ritardo”. L’indotto è allo stremo mentre si attende l’incontro palermitano del prossimo 28 aprile per cercare di delineare i progetti subito cantierabili. Il passaggio alla fase di green refinery incide soprattutto sulla sfera delle aziende che operano su commessa di Eni.

“Dov’e’ la politica?”. “Come mai non c’è nessun politico a chiedere voti? – attaccano sconsolati – hanno distrutto la fabbrica!”. Nonostante la fase estremamente complessa, erano pochi gli operai davanti ai tornelli d’ingresso. I dipendenti del diretto hanno fatto regolarmente ingresso in fabbrica. Tensione, seppur per pochi minuti, si è registrata tra gli stessi metalmeccanici e i colleghi edili che, invece, premevano per prendere subito servizio. Allo stato attuale, l’unico vero ammortizzatore sociale è stato quello delle trasferte in altri siti industriali siciliani e del resto della penisola, in caccia di qualche settimana di lavoro durante il periodo di fermata degli impianti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here