L’intera fascia dunale a rischio, “trasformata in enormi discariche”: i dati che preoccupano

 
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Gela. Un nuovo tavolo di confronto alla regione, in attesa dei primi interventi di bonifica. Un nuovo tavolo alla Regione. La richiesta arriva direttamente dai responsabili della riserva orientata Biviere. Al centro del faccia a faccia da tenersi tra i tavoli palermitani, l’attuale stato di una vasta area demaniale a ridosso della costa che da contrada Bulala arriva nei pressi della fabbrica Eni di Piana del Signore. “Parliamo di almeno novanta ettari – spiega il responsabile della riserva Biviere Emilio Giudice – trasformati nel corso del tempo in enormi discariche di plastica e rifiuti speciali. Purtroppo, non ci sono controlli e soprattutto gli operatori del settore zootecnico ne approfittano scaricando la plastica delle serre e i rifiuti prodotti dal ciclo delle loro attività”.

Plastica e rifiuti speciali lungo l’intera fascia dunale. Da qualche settimana, è iniziato un confronto tra lo stesso Giudice e l’amministrazione comunale. “Al primo tavolo di confronto alla regione, era presente anche il vice sindaco Simone Siciliano – ammette – l’impegno della giunta dovrebbe esserci ma al momento nessuno è ancora intervenuto. La plastica sormonta le dune e gli unici interventi ipotizzabili riguardano una raccolta fatta a mano. Non sono zone dove poter intervenire con mezzi meccanici. L’amministrazione aveva ipotizzato l’impiego di operai ex Tekra da inviare per effettuare attività di bonifica. Allo stato attuale, credo, i tecnici del Comune stanno quantificando l’ammontare di rifiuti da rimuovere. Senza controlli, però, tutto è inutile”. In base ai dati elaborati nell’ambito del più vasto progetto “Life-Leopoldia” per la riqualificazione di quella fascia dunale, ammonterebbe ad 1.450.000,00 chili la plastica utilizzata per le serre in un solo anno mentre sarebbero almeno 4 milioni i metri cubi d’acqua emunti annualmente dalla falda sotterranea della zona. Nel processo di coltivazione in serra che riguarda un’area da almeno 500 ettari vengono utilizzate notevoli percentuali annue di fungicidi, insetticidi, nitrati e potassio. 

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