L’omicidio di Francesco Martines, venti anni ad Angelo Meroni: la Cassazione ha confermato la condanna

 
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Gela. Confermata la condanna a venti anni di reclusione per il cinquantunenne Angelo Meroni, accusato dell’omicidio del trentottenne Francesco Martines.

Il ricorso in Cassazione. La procura generale ha chiesto di rigettare il ricorso presentato dalla difesa. I giudici della Corte di appello di Caltanissetta lo avevano condannato a venti anni di reclusione. E’ ritenuto responsabile non solo dell’omicidio ma anche del tentato omicidio di due parenti della vittima, di ricettazione e porto di arma clandestina. I colpi di pistola letali, nel dicembre di quattro anni fa, sarebbero stati esplosi in via Dell’Acropoli, a poca distanza dal palazzo di giustizia. E’ stato il legale di fiducia dell’imputato, l’avvocato Davide Limoncello, ad impugnare il verdetto di condanna. Anche in Cassazione, la difesa ha sollevato diversi dubbi rispetto alla ricostruzione dei fatti e all’esito degli accertamenti tecnici effettuati non solo sul luogo dell’omicidio ma anche all’interno dell’automobile, guidata da Meroni e sulla quale viaggiava anche Francesco Martines. Il corpo senza vita di Martines fu successivamente ritrovato in un terreno incolto di contrada Spinasanta. I due, quella mattina, erano insieme per chiarire le responsabilità di un furto che, intanto, era stato messo a segno all’interno del cantiere dell’azienda di proprietà della famiglia della vittima. Martines accusava Meroni di essere dietro al colpo. Per la difesa, però, non sarebbe stato Meroni a sparare. I riflettori sono stati accesi intorno alla polvere da sparo concentrata soprattutto sul lato posteriore della vettura e sulle intercettazioni ambientali successive all’arresto dell’imputato e del minorenne che si trovava a bordo dell’auto. La difesa non ha mai escluso che a sparare possa essere stato proprio il minorenne, figlio della convivente dell’imputato, nel tentativo di evitare una possibile reazione da parte di Martines. Il difensore, inoltre, ha contestato anche le modalità di svolgimento delle perizie tecniche finite agli atti del giudizio. I familiari della vittima, in tutti i gradi di giudizio, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra. Il legale, invece, ha sempre ribadito che a sparare fu proprio Angelo Meroni. 

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