L’omicidio di Franco Martines, il perito ricostruisce la dinamica: confronto in aula tra accusa e difesa

 
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Gela. Chi sparò al trentottenne Francesco Martines, ucciso nel dicembre di tre anni fa in via Dell’Acropoli? La ricostruzione del perito. Il perito balistico sentito in aula nel corso del giudizio di secondo grado che si sta celebrando davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Caltanissetta fuga i dubbi anche se non trascura l’eventuale ricostruzione alternativa. “In base alle mie valutazioni, a sparare fu Angelo Meroni – ha detto rispondendo in aula alle domande dei magistrati della procura generale e a quelle dei legali di difesa e parte civile – non è da escludere, però, che l’arma possa essere stata utilizzata anche dal minore presente in auto”. Una ricostruzione alternativa che, anche in primo grado quando Angelo Meroni venne condannato a sedici anni di reclusione, venne portata avanti dalla difesa del cinquantenne, rappresentata dall’avvocato Davide Limoncello.

Spari verso i familiari di Martines. Una dinamica del tutto esclusa, invece, dal perito di parte nominato dal legale della famiglia Martines, l’avvocato Flavio Sinatra. Stando al tecnico, infatti, a sparare sarebbe stato proprio Angelo Meroni che era alla guida della vettura. Sia il perito nominato dai giudici d’appello sia quello scelto dalla famiglia, inoltre, hanno confermato che almeno un colpo venne esploso in direzione di due familiari della vittima, intanto a bordo di un’altra vettura e impegnati a seguire la Fiat Punto condotta dallo stesso imputato. Nel corso dell’esame del perito scelto dai giudici d’appello, la difesa ha sottolineato come le tracce di polvere da sparo rilevate fossero concentrate soprattutto nella zona posteriore della vettura. In base alla ricostruzione degli inquirenti, comunque, Meroni avrebbe sparato dall’esterno della Fiat Punto. Adesso, le parti si prepareranno alle loro conclusioni. Il giudizio d’appello si avvia alla conclusione: la prossima udienza è stata fissata per il 23 settembre.

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