La base Usa “violata” dai No Muos, chiuse le indagini contro 129 attivisti: ci sono anche due gelesi

 
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Gela. Chiuse le indagini nei confronti di centoventinove attivisti No Muos. I magistrati della procura locale hanno già fatto notificare i relativi avvisi a tutti gli indagati. Le due azioni dei movimenti. Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono anche due attivisti gelesi. Le indagini si sono concentrate sia sulla grande manifestazione del 9 agosto di tre anni fa, quando i movimenti decisero di contestare l’installazione militare Usa Muos di contra Ulmo a Niscemi, occupando simbolicamente un’area della stessa base a stelle e strisce. Gli approfondimenti, inoltre, hanno riguardato anche la “liberazione” di un pozzo comunale, messa a segno dagli attivisti No Muos il 25 aprile di due anni fa. In entrambi i casi, i magistrati della procura contestano l’accesso senza autorizzazione nel sito militare statunitense ma anche la violenza contro le forze dell’ordine e la resistenza a pubblico ufficiale. Tra le contestazioni, anche quelle legate al taglio delle reti protettive della base militare di contrada Ulmo. Entrambe le azioni vennero organizzate dai movimenti proprio per opporsi alla presenza militare statunitense nel territorio di Niscemi e per contestare il sistema di telecomunicazioni militare Muos, installato all’interno della riserva naturale Sughereta. I movimenti, in entrambe le azioni al centro delle indagini hanno invece denunciato la violenza delle forze dell’ordine presenti a difesa della base militare. 

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