La “caduta” del centrosinistra, l’ex dem Cirignotta: “Ci sono tante contraddizioni irrisolte”

 
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Gela. Ha lasciato i dem dopo le elezioni regionali e, tra qualche giorno, dovrebbe ufficializzare l’approdo nelle fila di Noi con l’Italia, il progetto politico appena varato dall’ex ministro Saverio Romano. Vincenzo Cirignotta, che del Pd è stato capogruppo in consiglio comunale, da settimane, ormai, dialoga con i consiglieri del gruppo di centrodestra ed è stato uno dei promotori principali della seconda mozione di sfiducia al sindaco Domenico Messinese. Nonostante l’addio ai democratici, Cirignotta non si tira indietro dopo il “pastrocchio” politico della vicepresidenza. Lui ha sostenuto il forzista Salvatore Scerra, che alla fine si è preso la vicepresidenza, con l’aiuto dei franchi tiratori del centrosinistra. “Cosa è successo in aula? Credo che sia piuttosto evidente – ammette Cirignotta – nel centrosinistra, da tempo, ci sono incoerenze non risolte. I voti del centrosinistra a Scerra sono serviti, in realtà, a riequilibrare l’asse politico. Se non fossero arrivati, il Pd avrebbe avuto sia la presidenza, con Alessandra Ascia, sia la vicepresidenza con Salvatore Gallo. Adesso, invece, c’è proporzione”.

Le contraddizioni nel Pd. Ai “tempi” del Pd, proprio Cirignotta si era messo a capo di una fronda interna, che per un certo periodo chiese di voltare pagina, facendo non poche pressioni sulla segreteria cittadina. “Nel Pd e, più in generale nel centrosinistra cittadino – dice ancora – c’è un problema di guida. Altrimenti, non si spiegherebbero le tante contraddizioni politiche che si manifestano, anche in consiglio comunale”. Il Pd è ormai alle spalle e ora Cirignotta mira a ritagliarsi spazio politico nello schieramento di centrodestra, in attesa dell’esito delle urne di marzo, che diranno tanto anche sui numeri della “quarta gamba”, che ha un nucleo di base proprio in Noi con l’Italia. Se i numeri parlassero a loro favore, quelli di Romano potrebbero attirare l’interesse anche di altri consiglieri comunali, oltre all’ex capogruppo dem e ad Antonio Torrenti, che ha invece abbandonato il Megafono di Rosario Crocetta.

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