La carta di credito aziendale per spese personali, in appello cadono le accuse all’ex dipendente

 
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Gela. Verdetto ribaltato, in appello, e arriva il non doversi procedere nei confronti di Giacomo Giurato. In primo grado, era stato condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di seimila euro, perché ritenuto colpevole di appropriazione indebita. Per i pm, nonostante la fine del rapporto lavorativo, avrebbe continuato ad utilizzare una carta di credito e utenze telefoniche, intestate alla Net Service del gruppo Brigadieci, solo per esigenze personali. Gli imprenditori, solo successivamente, si sarebbero accorti dei presunti ammanchi. Il verdetto di condanna è stato impugnato dal difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato Giuseppe Cascino. Davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, il legale è riuscito a dimostrare come la querela presentata dagli imprenditori fosse fuori termine.

Inoltre, ha continuato a sostenere la regolarità delle operazioni condotte dall’ex dipendente. La procura generale ha sollevato l’eventuale prescrizione delle accuse, dato che i fatti risalgono ormai a dieci anni fa. La conferma della condanna, invece, è stata chiesta dal legale degli imprenditori, l’avvocato Liliana Bellardita. Alla fine, il giudice ha accolto le indicazioni difensive, disponendo il non doversi procedere, soprattutto sulla scorta del ritardo nella presentazione della querela. Per l’ex dipendente, inoltre, cade anche l’obbligo del pagamento dei seimila euro.

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