La cascina confiscata a Rosario Caci, ora è gestita da associazioni: nuovi fondi dalla Regione Piemonte

 
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L'immobile confiscato a Caci

Alessandria. Nuovi fondi pubblici a cascina Saetta, l’immobile che venne confiscato al boss gelese Rosario Caci (ritenuto referente di cosa nostra in Liguria) e che, da alcuni anni, è stato riconvertito ad uso sociale. La Regione Piemonte ha accolto il progetto presentato dalle associazioni che, tramite il circuito di Libera, stanno gestendo il bene. L’ex cascina di proprietà di Caci si trova a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria. E’ stata riaperta solo da qualche anno, dopo un iter lunghissimo. I soldi serviranno ad attività di manutenzione ma anche a coprire l’inserimento di nuovi impianti. Da tempo, le istituzioni locali e le associazioni che si occupano della cascina riconvertita collaborano con scuole ed enti pubblici. “Riutilizzare beni confiscati alle mafie, mettendoli a disposizione dell’intera comunità per finalità educative e sociali – ha spiegato l’assessore regionale Augusto Ferrari – rappresenta la miglior risposta alla criminalità”.

Il bene confiscato a Caci. In passato, quando della cascina era rimasto ben poco, gli stessi volontari di Libera denunciarono strani accadimenti, soprattutto danneggiamenti e crolli, che sembravano verificarsi quasi ad arte, per impedire che l’immobile potesse essere ritualizzato.

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