La crisi dem, Scepi ai vertici: “Siamo imborghesiti…molti non sono più candidabili”

 
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Il segretario dei Giovani Democratici Stefano Scepi

Gela. Un partito “imborghesito” che ha abbandonato i propri elettori, preferendo la tutela dei poteri forti. Il segretario cittadino dei Giovani Democratici Stefano Scepi interpreta così la sconfitta elettorale dem, soprattutto a livello locale. “Bisogna prenderne atto – ha detto durante l’assemblea di domenica scorsa – molti di noi non sono più spendibili, non sono più candidabili. O si attua un cambiamento vero oppure si andrà solo indietro. C’è gente che non può più mettere la faccia per questo partito”. Per Scepi, quindi, i dem dovrebbero riprendersi quel rapporto con la città e con le fasce più in difficoltà della popolazione che sembra invece del tutto perso. “Va bene l’industria 4.0, va bene il futuro – ha proseguito – ma prima di tutto dobbiamo parlare con la gente. Io voglio essere il cameriere sociale della gente”.

“Non siamo buoni solo a mettere la preferenza”. Il segretario dei Giovani Democratici, alla fine, lancia un messaggio anche al gruppo dirigente del partito. “I giovani che militano nel Pd – ha concluso – non possono essere utili solo quando c’è da mettere una preferenza sulla scheda elettorale. Io chiedo scusa agli elettori, perché li abbiamo abbandonati. Si è data la precedenza solo a chi sapeva già di poter essere eletto, grazie ad una legge che ha tagliato via la volontà dei cittadini”. Scepi bussa ai piani alti, dove Peppe Di Cristina e i vertici locali del partito studiano la strategia giusta per non far sparire il Partito Democratico. Anche i Giovani Democratici reclamano spazi.

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