La crisi Eurocoop, i metalmeccanici si spaccano sulla mobilità: verso il licenziamento di cinquanta operai

 
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Gela. La crisi Eurocoop, azienda per alcuni anni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni, divide anche i metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm.

La crisi dell’azienda. Al termine dell’incontro fissato all’ufficio provinciale del lavoro di Catania, dove la stessa azienda ha base amministrativa, i segretari di Fim e Uilm hanno detto sì alla mobilità dei circa cinquanta operai in forza alla società; un no secco, invece, è arrivato dalla Fiom. Ad accogliere la richiesta di mobilità per i dipendenti Eurocoop sono stati Angelo Sardella e Nicola Calabrese, in rappresentanza appunto di Fim e Uilm. Giudizio negativo, davanti alle richieste aziendali, è arrivato da Orazio Gauci e Paolo Di Benedetto, esponenti sindacali della Fiom. “Non capiamo perché si proponga la mobilità – dicono proprio Gauci e Di Benedetto – quando l’azienda ha ancora a disposizione altri strumenti di tutela, senza dimenticare la possibile cessione del ramo d’azienda che, in questo modo, consentirebbe agli operai di transitare nell’organigramma della società che decidesse di effettuare l’operazione. Crediamo che da gennaio possano esserci nuove prospettive occupazionali anche in raffineria”. Da tempo, il gruppo Eurocoop è fermo al palo, anche a causa di un’inchiesta giudiziaria che ha interessato i vertici. Non a caso, si andrebbe verso la procedura di messa in liquidazione. I manager e l’attuale curatore fallimentare avrebbero deciso di rinunciare anche al ramo trasporti. “La mobilità, davanti ad una situazione finanziaria assolutamente deficitaria – spiega il segretario provinciale della Fim Angelo Sardella – è l’unica soluzione praticabile. I colleghi della Fiom hanno espresso posizioni diverse, peraltro rispettabili, ma che non ci convincono. Per noi, l’unica opzione, anche per non ingabbiare i dipendenti, è quella della mobilità. Sulla questione della cessione del ramo d’azienda, sappiamo solo di una lettera di intenti che, comunque, non impegna assolutamente le parti”. A questo punto, le missive di licenziamento potrebbero essere recapitate già entro le prossime settimane.

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