La morte dell’ex operaio del clorosoda Salvatore Mili, cadono le accuse contro tutti gli imputati: “Non luogo a procedere”

 
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Gela. “Non luogo a procedere”. Cadono le accuse mosse nei confronti di tredici imputati, tutti ex manager del gruppo Eni, tecnici e responsabili dell’allora impianto clorosoda della fabbrica di contrada Piana del Signore.


L’operaio morto. Erano accusati dell’omicidio colposo dell’operaio Salvatore Mili, morto dopo venticinque anni di servizio in raffineria e affetto da mieloma multiplo. Il giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore ha emesso il proprio verdetto che, in questo modo, non accoglie le richieste giunte dai pm della procura e dai legali della famiglia dell’operaio, che invece avevano spinto per il rinvio a giudizio. L’assoluzione è stata pronunciata nei confronti di Antonio Catanzariti, Giovanni La Ferla, Pasqualino Granozio, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame, Giorgio Clarizia, Ferdinando Lo Vullo, Giuseppe Genitori D’Arrigo, Francesco Cangialosi, Arturo Borntraeger, Giovanni Calatabiano, Giuseppe Farina e Salvatore Vitale. Per i magistrati della procura, avrebbero omesso di adottare tutte le misure idonee ad evitare l’esposizione di Mili, e degli altri dipendenti in servizio all’impianto clorosoda, a pericolose esalazioni ma anche al mercurio, all’acido solforico, al cloro e al benzene. I figli e i nipoti di Salvatore Mili erano tutti costituiti parte civile con gli avvocati Joseph Donegani, Emanuele Maganuco e Dionisio Nastasi. Chiedevano un risarcimento di due milioni di euro ciascuno. Da anni, Orazio Mili, figlio dell’operaio morto, porta avanti la sua battaglia per cercare di avere certezze, soprattutto giudiziarie, rispetto alle cause che hanno portato alla morte del padre, avvenuta dopo una vera e propria via crucis sanitaria. Il gup, che depositerà le motivazioni della decisione nelle prossime settimane, sembra aver escluso un collegamento tra la morte del lavoratore del clorosoda e le posizioni ricoperte nel tempo dagli imputati. Un legame del tutto escluso, invece, dai legali di difesa che hanno chiesto proprio il non luogo a procedere. La vicenda di Salvatore Mili è stata l’unica ad arrivare davanti al giudice dell’udienza preliminare dopo un lungo incidente probatorio, che aveva invece riguardato anche altri ex lavoratori di quell’impianto, morti o comunque affetti da gravissime patologie.Nel pool di difesa ci sono gli avvocati Giaciomo Ventura, Piero Amara, Mario Maspero, Luca Mirone, Carlo Autru Ryolo, Carlo Federico Grosso, Gualtiero Cataldo e Attilio Floresta.

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