La giunta cerca di chiudere sulle misure correttive, Ascia: “aspetto l’atto entro fine agosto”

 
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Gela. Non solo la scure della Corte dei Conti ma anche quella della sfiducia. Sono pesi, pure politici, tutti concentrati sulla giunta quater del sindaco Domenico Messinese. In questi giorni, sindaco e assessori starebbero stringendo per chiudere con le misure correttive, imposte proprio dai giudici contabili. Il termine concesso dai magistrati è scaduto da tempo (sessanta giorni erano previsti nella deliberazione che ha bocciato i numeri del bilancio di previsione 2016 e dei consuntivi 2015 e 2016). Sono stati mesi di passione per una giunta quasi del tutto isolata, che non può di certo sperare nel sostegno di un consiglio comunale, che gli ha girato le spalle ormai definitivamente. Il sindaco ha scelto di nominare un consulente esterno, il commercialista palermitano Calcedonio Li Pomi, al quale ha messo in mano gran parte delle vicende finanziarie che investono Palazzo di Città.

Tra i conti che non tornano, non bisogna dimenticare gli undici milioni di euro che Tekra ancora attende di incassare per i servizi aggiuntivi. Anche nelle ultime ore, la giunta avrebbe avviato una verifica proprio sull’iter delle misure correttive, che ancora devono ufficialmente passare dal tavolo di sindaco e assessori. In attesa, ci sono anche i consiglieri comunali della commissione bilancio, presieduta dalla dem Romina Morselli. Il presidente ha anche incontrato il consulente esterno scelto da Messinese. Misure che dovranno poi arrivare in consiglio comunale. “Io aspetto l’atto in aula entro fine agosto”, dice il presidente dell’assise civica Alessandra Ascia. Tra i banchi del consiglio, però, si susseguono le firme alla mozione di sfiducia che potrebbe chiudere anticipatamente il sipario.

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