La giunta in bilico, Giudice: “Il sindaco non si è preoccupato di ottenere fiducia”

 
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Il sindacalista Ignazio Giudice

Gela. La vicenda della mozione di sfiducia non si limita ai soli corridoi del municipio, ma ormai sta toccando anche altri “lidi” e il sindacato non è escluso. I confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno bocciato fin dal primo momento la strategia adottata dal sindaco Domenico Messinese e dal suo vice Simone Siciliano intorno all’iter dell’accordo di programma, risoltosi con venticinque milioni di euro. Risorse giudicate insufficienti anche dai vertici di Sicindustria. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice (stando ad alcune voci tra i nomi più quotati per un’eventuale candidatura a sindaco tra le fila del centrosinistra) non nasconde la sua posizione non certo favorevole all’amministrazione comunale e lo fa anche sui social. “Non mi attrae il tema della sfiducia, politicamente è la non risposta, la stessa che gli eletti hanno l’obbligo di dare ai cittadini, senza alimentare conflitti, supponenze, clientele e scorciatoie intrise di bugie – scrive – la sfiducia è l’emblema della debolezza strutturale dei partiti, di tutti ed a tutti i livelli. Ciò prescinde dall’onestà diffusa tra chi in un partito si iscrive, milita e viene eletto per dirigerlo”.

Secondo il sindacalista sarebbe stata la condotta amministrativa e politica del sindaco a non consentire soluzioni diverse dalla mozione di sfiducia. “La fiducia è l’atto umano, morale, politico, più bello che si ha in vita tra i vivi e per tale ragione chi ci rappresenta – scrive ancora – in questo caso il sindaco, doveva averne cura, doveva spiegarla agli assessori nominati, doveva rendersi credibile rafforzando l’idea di stato locale. Non mi piace chi si toglie i sassolini dalla scarpe, peraltro senza fare nomi e cognomi, solo qualche giorno prima di un ordine del giorno importante come la mozione di sfiducia. Io ho fiducia in chi i sassolini li toglie dalle scarpe un attimo dopo averli visti e ancor prima avvertiti”. La posizione di uno dei vertici territoriali della Cgil è netta. “Esiste un distinguo tra chi parla di legalità e chi la pratica; tra chi la sfoggia due ore sì e cinque no; tra chi persegue interessi collettivi e chi insegue ed ha fretta di ottenere sogni privati – conclude – in questi quaranta mesi e più di amministrazione Messinese non sono mancati i conflitti per diversità di visione della città. Una cosa è certa e lo penso e scrivo da cittadino elettore, chi afferma in campagna elettorale di dimezzare i costi della politica e non si dimezza l’indennità è già per me politicamente poco credibile, questo mi basta per non avere fiducia. Auguro alla città una presa di coscienza collettiva prima e dopo il 7 settembre, per me e tanti è un giorno come un altro, sappiamo che i problemi ed i drammi ci sono e investono tante categorie umane che hanno smesso di sperare”. Il segretario confederale della Cgil, quindi, si espone pubblicamente. Un messaggio rivolto alla politica e a chi deciderà le prossime sorti della città.

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