La green refinery è realtà, avvio della fabbrica preceduto da visite guidate

 
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Da sinistra: Francesco Franchi (Presidente RaGe), Ignazio Arces (Ad RaGe), Sandro Olivieri (Syndial).

Gela. La Green Refinery aprirà a giugno. Ruoterà attorno all’impianto Steam reforming, per la produzione di idrogeno, che ha mosso i primi passi a marzo ed è già pronto per l’avvio definitivo. Dopo cinque anni la fabbrica tornerà in marcia mettendosi alle spalle ogni legame col passato a cominciare dalla raffinazione del petrolio che lascerà il passo a quella dell’olio di palma, nella fase iniziale, e successivamente degli olii esausti.
Per l’occasione Eni il 26 maggio ha aperto i cancelli della raffineria, in versione ecologica, a famiglie e curiosi di vedere e conoscere gli impianti innovativi realizzati da Eni. Centinaia di persone, anche con bimbi al seguito, hanno potuto varcare la sbarra della fabbrica a bordo degli autobus messi a disposizione per l’occasione. Nella mensa sono stati i vertici di Raffineria e Sindyal ad illustrare i dettagli del progetto industriale che mira a creare lavoro nel lungo termine per tutti gli stakeholder e gli azionisti. Ad introdurre i lavori è stato il neo presidente di RaGe, Francesco Franchi, convinto dell’importanza che “i rifiuti devono diventare un valore, nel rispetto dell’economia circolare”.

L’amministratore delegato, Ignazio Arces, nel confermare il prossimo avvio degli impianti in estate, si è voluto soffermare anche sulla Hse, ovvero il rispetto della sicurezza, salute e ambiente nei luoghi di lavoro. “Abbiamo avviato anche in città – spiega Arces – lo smart operator dove ogni operatore può contare di una realtà virtuale per l’addestramento e la formazione degli operatori tramite palmare. In fabbrica – aggiunge – è già attivo l’enchanced operator che consente di documentare e segnalare situazioni di pericolo e guasti, in tempo reale, di ogni impianto”.
“La città si è già dotata di contenitori di accumuli degli olii di scarto della produzione alimentare – incalza Sandro Oliveri, responsabile Syndial che si occupa di bonifiche e risanamento ambientale – Lo Steam reforming è costato 50 milioni dei 300 milioni di euro dell’investimento complessivo della Green Refinery”. L’obiettivo è creare una vera e propria economia circolare all’interno dei 500 ettari del Sito di interesse nazionale (Sin) di proprietà del colosso energetico Eni. Quella di contrada Piana del Signore è una raffineria tutta nuova che, però, utilizzerà alcuni impianti rimessi a nuovo dalle oltre duemila maestranze impiegate dalla firma del protocollo al Mise il 4 novembre 2014.
Tra le tante innovazioni presenti nel perimetro interno della fabbrica figura, in fase sperimentale, l’impianto “Waste to fuel” che consente di ricavare bio-carburanti e acqua dal trattamento dell’umido, alleggerendo il conferimento dei rifiuti in discariche anacronistiche e con breve vita. “Abbiamo quasi emulato il procedimento del ciclo di naturale di recupero di energia – precisa l’ingegnere Olivieri – ottenendo in una notte bio-carburanti per le navi. Siamo arrivati in ritardo solo rispetto al regista della nota pellicola ‘Ritorno al futuro’ dove si alimentava con lo scarto di rifiuti la DeLoreal in versione immaginaria di macchina del tempo”.

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