La legge sulle province torna in aula all’Ars, Gelensis populus: “campagna elettorale vicina…”

 
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Gela. E’ un iter sempre più tortuoso. Vale il detto gattopardiano: “cambia tutto per non cambiare nulla”.

La legge sulle Province tornerà in aula all’ARS, per essere nuovamente modificata, ed ancora su richiesta di Palazzo Chigi. L’ennesimo stop rischia di far slittare le elezioni degli enti intermedi, obbligando la Regione all’ennesima proroga dei commissariamenti delle ex Province. Eppure, apparentemente, sembrava tutto risolto allorquando la Regione aveva recepito l’ultimo punto della legge Delrio che diversificava la riforma siciliana dalla nazionale, ossia la coincidenza dei sindaci di Palermo, Messina e Catania con quello delle tre città metropolitane. E invece continuano a permanere delle difformità, che adesso portano il governo romano a insistere ancora nell’impugnativa, che stavolta colpisce le modalità elettive dei Presidenti dei liberi consorzi. Lo stato centrale, infatti, chiede alla Regione l’applicazione della regola secondo la quale non possono candidarsi alla presidenza del libero consorzio quei sindaci i cui mandati scadono prima dei 18 mesi dalle elezioni. Tale regola, in realtà, la riforma regionale già la conteneva, ma, poi, negli infiniti tentativi di riscrittura, era stata cancellata. Ma non solo, occorrerà, sempre nel rispetto della Delrio, introdurre la possibilità, da prevedersi nello Statuto dell’ente intermedio, dell’elezione diretta da parte dei cittadini del sindaco metropolitano. “Ed ecco che ancora una volta, ci si vede costretti ad assistere a questa commedia dell’assurdo tra Roma e Palermo – dice Liliana Bellardita del comitato Gelensis populus – La classe politica, a qualunque livello, non ha avuto problemi a trovare la quadra per schiacciare le richieste democratiche dei cittadini di Gela, Niscemi e Piazza Armerina, e ciò per garantire uno status che forse la scelta coraggiosa e democratica di queste comunità stava minacciando. Adesso, come del resto siamo già abituati, i parlamentari regionali inizieranno a litigare nel tentativo maldestro, accusandosi gli uni con gli altri, di allungare quanto più possibile i tempi per giungere, se possibile, a non decidere più. Non scordiamoci che la campagna elettorale incombe”.

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