Gela. Una Mini Cooper da quasi trentamila euro acquistata con un contratto di leasing ma a nome e con firme, false, del proprio datore di lavoro. Alla fine, però, la guardia giurata Francesco P. ha evitato la condanna. Il reato, infatti, è prescritto. La vicenda risale a otto anni fa. L’imputato concluse il contratto per l’acquisto dell’automobile in una concessionaria cittadina. La documentazione, però, venne conclusa a nome del proprio datore di lavoro, del tutto ignaro dell’acquisto. Dopo la denuncia, la guardia giurata è finito a processo con l’accusa di falsità in scrittura privata. E’ stato il pubblico ministero Pamela Cellura, davanti alla prescrizione già maturata, a chiedere al giudice Antonio Fiorenza di pronunciare una sentenza di non doversi procedere. Così, il giudice ha detto no anche alla richiesta di costituzione di parte civile dei responsabili della società finanziaria che concesse il leasing.
