La moglie morì, operaio accusato di aver aggredito l’oncologo: atti ritornano ai pm

 
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Gela. La scorsa estate, in primo grado, era stata pronunciata la condanna per l’operaio sessantenne Costantino Cannone, accusato di aver aggredito il responsabile del reparto di oncologia dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, lo specialista Roberto Valenza. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, ai quali si è rivolto il difensore, l’avvocato Carmelo Tuccio, hanno invece indicato l’incompetenza del tribunale e trasmesso gli atti nuovamente alla procura locale. Dovrà infatti essere il giudice di pace ad occuparsi del procedimento. E’ stata accolta una delle richieste indicata dalla difesa dell’imputato nel ricorso presentato in appello. Si è fatto leva proprio sulla competenza a decidere, indicando quella del giudice di pace in luogo di quella del tribunale che invece si espresse. Secondo le accuse, Cannone avrebbe prima minacciato e poi aggredito il medico in ospedale, ritenendolo responsabile della morte della moglie, che era una paziente oncologica.

La difesa ha sempre messo in dubbio questa ricostruzione e l’operaio ha negato di aver aggredito fisicamente Valenza, che nel procedimento si è costituito parte civile, assistito dal legale Stefania Valente. In primo grado, gli era stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno e lo stesso difensore dello specialista parlò della necessità di una maggiore tutela dei medici. L’imputato ammise che ci furono parole pesanti ma ha respinto l’accusa di averlo aggredito. Ora, gli atti tornano ai pm locali e dovrà essere un altro giudice a pronunciarsi.

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