La morte di Vizzini, in aula i primi testimoni: sentiti poliziotti e militari capitaneria

 
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Gela. Sarebbe stato travolto durante la manovra di una delle gru usate nel cantiere avviato all’isola 4 della raffineria Eni. L’operaio cinquantaquattrenne Antonio Vizzini morì in seguito alle ferite riportate. Cessò di vivere appena giunto all’ospedale Vittorio Emanuele. In aula, nel corso del dibattimento avviato per quei fatti, sono stati sentiti i primi testimoni. Si tratta di agenti di polizia e di militari della capitaneria di porto, arrivati sul posto subito dopo l’incidente. L’azienda per la quale lavorava Vizzini stava operando insieme a Smim, così hanno spiegato i testimoni che hanno risposto alle domande, davanti al giudice Miriam D’Amore. Hanno descritto la presenza di molti altri operai. Sarebbero subito state chieste informazioni ai presenti. I militari della capitaneria di porto sarebbero arrivati dopo circa due ore dal fatto, così hanno riferito. I legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Katia Lo Coco e Enrico Valentini, hanno chiesto ulteriori particolari sullo stato dei luoghi e sul posizionamento della gru. Sono a processo Domenico Lorefice, Angelo Vergati, Giuseppe Antonuccio, Giovanni Nunnari, Antonio Bennici, Orazio Fidone e Stefano Lo Coco.

A questo filone processuale, probabilmente, verrà riunita la posizione di un altro imputato (sempre per gli stessi fatti), Leandro Lorefice. Nel giudizio, sono parti civili i familiari della vittima, rappresentati dai legali Dionisio Nastasi, Riccardo Lana, Dalila Di Dio e Giuseppe Ferrara.

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