La morte in fabbrica di Romano, per uno degli investigatori il cantiere non era a norma

 
0
Francesco Romano morì in raffineria

Gela. Per lui, ogni soccorso risultò vano. In aula, davanti al giudice Miriam D’Amore, sono state ripercorse le ore del drammatico incidente sul lavoro, costato la vita all’operaio trentenne Francesco Romano. Il giovane, dipendente dell’azienda Cosmi Sud, perse la vita nell’area della radice pontile della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Nel novembre di sei anni fa, venne travolto da un tubo di diverse tonnellate. A testimoniare, nel dibattimento avviato a carico di manager Eni, tecnici ed imprenditori, si sono susseguiti alcuni vigili del fuoco arrivati sul posto, i sanitari e un militare della capitaneria di porto, che seguì le successive indagini. Proprio il militare ha confermato che l’area nella quale lavoravano Romano e gli altri operai della Cosmi Sud non sarebbe stata a norma. La catasta di tubi dislocata alla radice pontile, inoltre, non sarebbe stata messa in sicurezza. Quei tubi per la prima volta sarebbero stati collocati addirittura nel 2005. Il testimone ha parlato di presunte irregolarità proprio nella tenuta dei materiali, stoccati su una superficie sconnessa, lungo una sorta di ex linea utilizzata per il trasporto merci.

L’arrivo dei soccorsi. Quando i primi soccorsi arrivarono, è emerso dalle testimonianze, il corpo di Romano era proprio a poca distanza dal tubo che lo travolse. “Ricordo il casco e aveva i guanti, era riverso a faccia in giù”, ha spiegato un altro testimone. Tutti hanno risposto alle domande del pm Luigi Lo Valvo, dei difensori degli imputati e di quelli di parte civile, che rappresentano i familiari dell’operaio, gli avvocati Salvo Macrì, Joseph Donegani ed Emanuele Maganuco. A processo, per rispondere alle accuse, ci sono Bernardo Casa, Ignazio Vassallo, Fabrizio Zanerolli, Nicola Carrera, Fabrizio Lami, Mario Giandomenico, Angelo Pennisi, Marco Morelli, Alberto Bertini, Patrizio Agostini, Sandro Iengo, Guerino Valenti, Rocco Fisci, Salvatore Marotta, Serafino Tuccio e Vincenzo Cocchiara. Sono manager di Eni e responsabili delle aziende che monitoravano la sicurezza in fabbrica, oltre al titolare della Cosmi Sud, società che aveva assunto Romano. Nuovi testimoni verranno sentiti alla prossima udienza.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here