La pistola in casa, i Raitano rimangono in carcere: indagine anche su spari contro l’ovile dei Trubia

 
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Gela. L’arma, una pistola calibro 7,65 di provenienza illecita, i carabinieri l’hanno trovata nascosta sulla copertura di una veranda, nella loro abitazione. Secondo gli inquirenti, i fratelli Antonino Raitano e Ruben Raitano, feriti da spari solo qualche settimana fa, erano a loro volta armati. Il gip Silvia Passanisi, al termine degli interrogatori di garanzia, ha confermato la custodia cautelare in carcere. Sono stati arrestati dai carabinieri, proprio perché accusati di avere a disposizione la pistola. Pare che Ruben Raitano sia stato notato mentre cercava di uscire da casa, con la 7,65 nascosta sotto una maglia. Lascia il carcere, anche se l’arresto è stato convalidato, il trentaseienne Giacomo Tumminelli, che a differenza dei presunti complici è incensurato. Difeso dagli avvocati Valentina Lo Porto e Pierpaolo Grisanti, sarà sottoposto all’obbligo di presentazione e a quello di dimora in città. I tre indagati hanno parlato davanti al gip, respingendo gli addebiti. Il ventinovenne Antonino Raitano, già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, ha ammesso il possesso dell’arma, sostenendo però di averla trovata in una zona rurale. Secondo i due fratelli, difesi dagli avvocati Francesco Enia e Cristina Alfieri, la pistola comunque non sarebbe stata efficiente. I pm della procura e i carabinieri, invece, non escludono che oltre alla pistola, potessero avere a disposizione altre armi. L’indagine è molto ampia e i militari stanno cercando di fare chiarezza su quanto sarebbe accaduto una settimana fa. Qualcuno avrebbe sparato, con un fucile, in direzione di un ovile, nella zona di contrada Bulala.

C’erano almeno due pastori, che hanno rischiato di essere colpiti. Sarebbero stati sentiti dai carabinieri, che non escludono un collegamento con l’arresto del quarantacinquenne Vincenzo Trubia e dei figli Giuseppe Trubia e Rosario Trubia, quest’ultimo attualmente accusato di aver sparato ai Raitano. L’azione di fuoco potrebbe essere una ritorsione contro i Trubia e pare che la vicenda sia finita negli atti dell’indagine che riguarda i due Raitano e Tumminelli. Nella vettura del trentaseienne, sarebbe stata ritrovata almeno una cartuccia di fucile. Le indagini proseguono e non si esclude nessuna pista.

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