La Raffineria denuncia i sindacati edili per lo sciopero a sostegno dell’ex Cedis

 
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GELA. L’Eni contro il sindacato. Non era forse mai successo che i dirigenti della Raffineria denunciassero le organizzazioni sindacali per uno sciopero spontaneo.

C’è il rischio di una rottura delle relazioni industriali al petrolchimico tra direzione aziendale e i sindacati edili Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, che l’amministratore delegato della «Raffineria di Gela spa», Bernardo Casa, ha denunciato alla polizia. Al centro dello scontro c’è lo sciopero del 7 novembre scorso, scattato in segno di solidarietà verso tre operai, licenziati dalla loro ex impresa (Cedis edilizia), che si erano incatenati ai cancelli della fabbrica per riavere il posto di lavoro, così come l’avevano già ottenuto i loro 38 colleghi.

Aderirono anche i lavoratori dell’indotto e poi anche i turnisti dell’Eni che, alle 22, per il proseguire della protesta, non portarono il cambio ai colleghi smontanti. Lo sciopero si concluse 40 minuti dopo la mezzanotte. Una durata modesta rispetto ad altre proteste selvagge avvenute in passato.

Ma l’Eni ha deciso egualmente di presentare un esposto-denuncia alla polizia, al prefetto di Caltanissetta, Umberto Guidato e, per conoscenza, alla procura della Repubblica di Gela. Lamenta «danni e disagi» e accusa i sindacati edili di avere dato «il supporto e l’avallo» non solo con la presenza fisica dei propri dirigenti ma anche con un volantino sindacale di sostegno ai tre operai. Nell’esposto, l’amministratore delegato, Casa, denuncia che «il crescendo della protesta creava gravi disservizi e disagi al personale turnista costretto a non smontare dal proprio turno di servizio per evitare di lasciare sguarniti i delicati impianti di uno stabilimento industriale »a rischio rilevante« come quello della raffineria». L’amministratore delegato denuncia infine «la gravità di tali comportamenti sindacali» che «hanno generato problemi di ordine pubblico e arrecato danno e disagio alla raffineria». Per la cronaca, dopo la protesta, un confronto in prefettura ha risolto la vertenza con l’impegno della Raffineria a collocare i tre operai nelle altre imprese edili dell’indotto.

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