La Raffineria di Gela non può mettere fuori gioco le imprese locali

 
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Gela. La politica fa quadrato per difendere gli interessi di lavoratori e imprese dell’indotto Eni. L’ennesima protesta di 27 lavoratori licenziati in aula consiliare è il termometro di un malessere sociale ed economico sempre più evidente.

I segretari di Pd, Socialisti e Pd per una volta mettono da parte le posizioni politiche di routine e prendono posizione sull’argomento. “Il tentativo di svilire e delegittimare il Consiglio comunale e i sindacati è  un modo arbitrario e arrogante da parte degli attuali dirigenti dell’Eni che mira a  continuare a vessare le aziende gelesi che operano nell’indotto determinando una continua emorragia di posti di lavoro. Esprimiamo solidarietà ai lavoratori della Cedis, Ecotec, Remosa, Magaldi, cooperativa Maria Santissima D’Alemanna, dei marittimi che operano nel porto isola”.

“Malgrado le nostre imprese siano tra le più competitive e in grado di svolgere in maniera idonea il proprio lavoro, raffineria di Gela continua a metterle fuori gioco e a preferirne altre, contribuendo a far morire l’indotto e l’economia gelese. Chiediamo che siano le nostre imprese a continuare ad operare nell’indotto e che ai nostri lavoratori sia garantito il diritto sacrosanto a mantenere una occupazione stabile e dignitosa. spesso non applicando l’accordo Morese”.

“Chiediamo il rispetto dei ruoli e delle parti, ruolo che democraticamente siamo deputati a svolgere nel nostro territorio, senza che altri si sostituiscano a noi  generando pericolosi conflitti sociali. I rappresentanti  dei cittadini eletti democraticamente hanno il diritto di partecipare ed a contribuire  alle scelte. E’ giusto conoscere quali  investimenti per questo territorio, e  a quale sviluppo ecosostenibile raffineria di Gela mira”.

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