La Regione “sorda”, Uds e Una Buona idea: “Senza passaggio a Catania a rischio alleanze elettorali”

 
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Gela. Il mancato riconoscimento di quanto deciso dal consiglio comunale, con il passaggio della città al Libero Consorzio di Catania, finirà davanti ai giudici del Tar, dopo quanto annunciato dai comitati che hanno appoggiato il referendum. La Regione si è fatta sorda e adesso a sostegno dei comitati ci sono anche gli esponenti dell’Unione dei Siciliani e quelli del movimento “Una Buona Idea”, che ha già deciso di correre alle prossime elezioni con l’ex consigliere comunale Terenziano Di Stefano. “Il disegno di legge che il governo regionale ha predisposto continua a non tenere conto della volontà popolare espressa attraverso i referendum confermativi con i quali i comuni di Gela, Niscemi, Piazza Armerina e Licodia Eubea hanno deciso, insieme ai rispettivi consigli comunali, il passaggio al Consorzio regionale di Catania (città metropolitana) e di Licodia Eubea a quello di Ragusa – si legge in un documento condiviso – lo stesso disegno di legge, come licenziato dal governo regionale, è a forte rischio di impugnazione se non affronterà in via preliminare la ridefinizione dei confini territoriali di consorzi e città metropolitane che nel rispetto delle leggi, i cittadini di questi comuni, hanno inteso modificare. Sarebbe paradossale che proprio la Regione siciliana nel rivendicare i principi democratici nei confronti dell’imposizione statale di elezioni indirette degli organismi intermedi siciliani, dovesse disconoscere, lei per prima, le più democratiche espressioni popolari che si sono già estrinsecate in Sicilia”.

A rivendicare il rispetto del verdetto popolare da parte della Regione ci sono quindi anche gli esponenti dell’Unione dei Siciliani, movimento fondato dal vicepresidente della Regione Gaetano Armao. Fattori che potrebbero incidere sulle alleanze in vista delle elezioni amministrative anticipate. “Il comportamento delle forze politiche che all’Ars non riconosceranno il diritto dei siciliani e dei gelesi a vedere affermata la volontà più volte confermata di lasciare la provincia di Caltanissetta, anche per le alte implicazioni di carattere strategico ed economico che tale scelta rappresenta per il nostro territorio – concludono – costituirà discrimine per qualsivoglia alleanza politico-programmatica per le prossime elezioni comunali”.

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