La riconversione di Eni, sindacati a confronto con il neo sindaco: non solo indotto, “il diretto stenta”

 
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Gela. La riconversione della raffineria Eni di contrada Piana del Signore e le tante proteste che, negli ultimi giorni, hanno riguardato decine di operai delle aziende dell’indotto. “Messinese dia continuità…”. Adesso, i sindacati si confrontano direttamente con il neo sindaco Domenico Messinese. Una convocazione è stata inoltrata a diversi esponenti di categoria che, da mesi, seguono l’intera vicenda. “Messinese deve dare continuità a quello che è indicato nell’accordo di novembre e soprattutto spingere affinché i tempi della ripartenza siano più celeri”. Questo emerge dagli ambienti sindacali che, proprio nelle ultime ore, si stanno confrontando con il primo cittadino a cinquestelle. Intanto, i segretari dei chimici di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl sono sempre più convinti della necessità di avere un confronto diretto con i vertici di raffineria e con quelli di Enimed. La richiesta di una riunione dovrebbe partire dopo il 25 giugno.

Anticipare i tempi per il diretto. L’obiettivo dei chimici è di ottenere un’anticipazione dei tempi d’avvio dei primi lavori anche per il diretto. Insomma, si cercherà di strappare alcune concessioni prima della data fissata dal cronoprogramma, ovvero l’1 gennaio 2016. Il caso, ovviamente, si estende anche al versante dell’esplorazione e dell’estrazione in mare con il progetto Prezioso K. I segretari provinciali Gaetano Catania, Francesco Emiliani, Maurizio Castania e Andrea Alario non hanno fatto mistero che, ottenuto il via libera dal tar del Lazio, l’Eni debba dare continuità al progetto d’investimento. Allo stato attuale, sono oltre seicento gli operatori del diretto già in trasferta mentre proseguono le proteste degli operai dell’indotto costretti a fronteggiare una vera e propria emergenza occupazionale.

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