La sanità “scippata”, Franzone: “Politica complice…serve il passaggio alla Città Metropolitana”

 
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Il presidente del Comitato gelese Filippo Franzone

Gela. La città continua a perdere servizi essenziali, soprattutto a livello sanitario. Filippo Franzone, coordinatore del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese, lo ribadisce, dopo anni di denunce e moniti pubblici. Perdite che si iscrivono tra le manchevolezze della politica locale. “È di pochi giorni fa la dichiarazione di alcune associazioni nissene che si battono per avere il Polo Oncologico di terzo livello al Sant’Elia-Maddalena Raimondi di Caltanissetta-San Cataldo – dice – richiesta da parte loro legittima, tutti vogliamo il miglioramento delle cure sanitarie
e le migliori strutture nel nostro territorio. Anche noi del Comitato di Gela l’abbiamo chiesto sin dal 2009. Ricordiamo che siamo una città di 75.458 abitanti, dichiarata dall’Oms zona ad alto rischio ambientale, riconosciuta nella monografia 2002, tra le prime quindici città italiane ad alto tasso di malattie tumorali. Richiesta ignorata dagli assessori alla sanità susseguitosi dal 2009, Russo, Borsellino e Gucciardi ma anche dalla Commissione Sanità dell’Ars, presieduta dall’ex deputato Di Giacomo. Ma riteniamo che in una democrazia compiuta, quando ci sono più richieste per la stessa struttura sanitaria, si debba procedere con diligenza e attenzione, quindi si dovrebbe, in teoria, verificare il bacino demografico e l’incidenza delle patologie, per poi fare la scelta più oculata”.

“Una continua mortificazione”. Quelli del Comitato mettono in dubbio che in Sicilia viga una democrazia compiuta. Così, vengono citati i tanti “scippi” sanitari subiti dalla città. Il dipartimento di emergenza urgenza di secondo livello, emodinamica, farmacia e il centro trasfusionale, tutti concentrati a Caltanissetta. “Non permetteremo questa continua mortificazione del territorio gelese, con la complicità di chi doveva agire. E coloro che dovevano agire sono innanzitutto i rappresentanti gelesi eletti dai propri concittadini, a partire dall’ex Presidente della Regione, reo di non aver degnato di uno sguardo l’ospedale Vittorio Emanuele, per proseguire con i deputati all’Ars, la commissione consiliare sanità e i capigruppo consiliari, che nel momento in cui ottenemmo un incontro in municipio, nel corso del quale consigliammo esplicitamente ai presenti di impugnare il piano aziendale che vedeva la totale e definitiva svalutazione in campo oncologico di Gela, per poco non ci derisero – ammette – gli stessi che, durante l’ultima convocazione della Commissione sanità regionale a Palermo, sghignazzavano mentre l’uscente manager dell’Asp nissena, raccontava vicende vecchie, trite e ritrite, condite dai soliti luoghi comuni sull’ospedale Vittorio Emanuele, umiliando un’intera città”. Franzone ricorda poi una serie di altri servizi tagliati, compreso il depotenziamento degli uffici di Riscossione Sicilia. “C’è una sola ed unica soluzione a tutto questo – conclude – il completamento dell’iter di migrazione alla Città Metropolitana”.

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